Modica: Chiara una giovane vita spezzata. La famiglia chiede giustizia e verità

Sono passate esattamente tre settimane dalla mattina di quel tragico 5 maggio, la mattina in cui Chiara Modica ha incontrato la porte sull’asfalto di piazzale Baden Powell, finendo con il suo scooter sotto le ruote di un autobus che stava facendo manovra. Chiara il 1 giugno avrebbe compiuto 16 anni e se al dolore per quest’assurdo modo in cui la sua vita è stata tranciata di netto nessuno di coloro che le volevano bene potrà mai trovare una consolazione, la famiglia vuole almeno trovare verità e giustizia. C’è un volantino che la madre ha voluto stampare e far circolare tra le scuole di quel piazzale, un volantino per chiedere aiuto perché si faccia luce sulle tante ombre che secondo lei ancora restano lunghe sulla dinamica dell’incidente, su come è avvenuto, su cosa è successo nei minuti immediatamente successivi. “Adesso – è scritto nel volantino – è una mamma che vi parla, che sta vivendo nelle tenebre ed è solo grazie alla vostra solidarietà che potrà dare giustizia alla sua piccola Chiara. Mi rivolgo dunque a tutti i presenti: studenti, genitori e insegnanti che hanno assistito all’incidente e da quell’incidente saranno segnati per tutta la vita, di fronte alla quale, desiderosi di giustizia, possono solo, in nome di Chiara, aiutarci a far luce su come una vita così giovane sia stata stroncata. Chiara aveva infatti tanta voglia di vivere, di amare, di sognare, di ballare di cantare, tutti sentimenti
e aspirazioni che servono a crescere, per diventare protagonisti della vita”.

A perorare quest’appello è anche la zia di Chiara, Grazia Puglisi, che se ne fa portavoce dato che la madre non se la sente ancora di condurre la battaglia. “Lo facciamo –spiega la zia- in nome di quella legalità che era sempre sulla bocca di Chiara”. Il primo dei sospetti che solleva è quello legato al ritardo del 118 nell’arrivo a Piazzale Baden Powell: l’ambulanza era infatti impegnata in un altro soccorso e il problema è già stato posto all’attenzione delle istituzioni grazie ad una mozione proposta subito in Consiglio comunale dal consigliere Nino Cerruto.

“Vogliamo sapere –spiega ancora la zia- quando è arrivata l’ambulanza e se si poteva fare ancora qualcosa per salvare la vita di Chiara, dato che ci hanno garantito che per un quarto d’ora ancora dopo l’incidente era in grado di respirare”.

Anche lei torna a sollevare le questioni che sono state subito poste dal dirigente scolastico della scuola di Chiara: “In quel piazzale non c’è vigilanza e la gestione della viabilità non è sicura per i ragazzi. Spero che insegnanti, studenti e genitori possano ribellarsi perché quello che è successo a Chiara non accada più a nessuno dei tanti studenti che ogni giorno vanno a scuola”.

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