Paolo Nigro e Giovanni Migliore hanno inviato una Lettera aperta al Presidente del Consiglio Comunale di Modica, Carmelo Scarso, che è la cosiddetta replica alla replica”. Di seguito il testo:
Egregio Presidente,
la nostra precedente nota con la quale intendevamo stigmatizzare il Suo “autoritarismo” ed i Suoi “eccessi” (espulsione di un consigliere, toni ingiuriosi fuori dall’aula in faccia ad un altro, tanto zelo pro domo Sua quanto poco a tutela della dignità dei consiglieri) ha provocato una Sua puntigliosa replica finalizzata a riconfermare la Sua “maggiore autorità” rispetto a quella dimostrata dai Suoi predecessori.
Abbiamo motivo di temere che questa nostra nuova possa procurarci qualche più severo castigo, epperò non possiamo sottrarci al dovere di spezzare qualche lancia in loro favore essendo stati noi la causa delle Sue allusioni tutt’altro che lusinghiere nei loro confronti con quei puntini puntini ( … il dire non dicendo).
Nella Sua replica, di fatto, ha lasciato intendere che i Presidenti che l’hanno preceduta sono stati Re travicelli, mentre Ella, di contro, ha sin dall’inizio sfoderato lo stile “dell’Autorità consapevole di Se stessa”.
La motivazione di tale affondo è costituita esclusivamente dalla poca simpatia che nutre nei confronti del Suo immediato predecessore, il Dott. Paolo Garofalo?
In sincerità, ritiene fondato il giudizio, che adombra, di inettitudine dei Presidenti che l’hanno preceduta da non pochi riconosciuti di statura, quali certamente l’attuale esimio Sindaco Antonello Buscema ed il famoso Prof. Saverio Terranova?
Per tanta che possa essere la nostra distanza politica da loro, non possiamo non riconoscere che la Sua allusione circa la loro mancanza di autorevolezza non poteva essere più infondata.
Ma ci pensi: Saverio Terranova gestore impotente del regolamento consiliare e che si arrende alle prevaricazioni di indisciplinati consiglieri? La favola del lupo, egregio Presidente, la deve saper raccontare se vuole essere creduto! Il buon Antonello da Presidente non era autorevole sol perché non digrignava i denti e non assaliva, con toni ingiuriosi e quasi fisicamente, i consiglieri indisciplinati? Noi non abbiamo ricordi di rivolte consiliari indomate in quei tempi. E Pauluzzu Garofalo ha tanto demeritato da indurLa a lasciare nella Sua replica un periodo sospeso, che fa ipotizzare chissà quale giudizio catastrofico?
Ma Paolo non è colui che, per far cessare il malcostume dei toni e termini ingiuriosi all’interno del consiglio comunale ha esercitato il diritto di querelare ed ha fatto persino il gesto politico di dimettersi per essere poi rieletto dopo l’impegno corale di abbassare i toni? Il nostro dubbio maggiore é: la Sua autostima è tale da indurLa persino a misconoscere la autorevolezza del suo predecessore Enzo Scarso?
Forse ritiene che la condizione di nipote di quest’ultimo già da allora, quando era Presidente della civica assise, lo relegava in una posizione sottordinata rispetto ad Ella?
Signor Presidente, ci vediamo costretti a diglierLa: “… stavota a scassau propriu fracita”.
Un merito, però, lo ha avuto: ha costretto noi due consiglieri di opposizione, politicamente a loro non omogenei, a fare gli improvvisati Ciceroni, non ovviamente paragonabili ad Ella, pro Saverio Terranova, pro Antonello Buscema, pro Enzo Scarso e pro Paolo Garofalo.
Speriamo che anche Ella, da questa nostra, come certamente faranno gli immarcescibili fustigatori di alcuni di noi consiglieri di opposizione, non desuma chissà quali reconditi, molto reconditi, nostri retropensieri.
Speriamo, altresì, che non ci metta in castigo (dietro la lavagna) e che potremo ottenere la Sua indulgenza in virtù della preghiera che Le rivolgiamo: Presidente Scarso, provi ad usare la Sua autorevolezza (non Le manca), non faccia ricorso alla vanagloria ed alla ostentazione di autorità (non ne ha proprio bisogno), salvo che non voglia evocare le Sue radici politiche che mitizzavano l’uomo forte (… un tal Benito?).
Se esaudisse la nostra preghiera ci sentiremmo meno scolaretti e riguadagneremmo la consapevolezza di essere consiglieri comunali, eletti, anche noi con un ruolo, quello di tentare di fare gli “interessi della città” e di perseguire il “bene comune”. Ci aiuti in questo difficile training autogeno.