RIFIUTI SOLIDI URBANI. A MODICA C’E’ NUOVAMENTE ARIA CHE “PUZZA” DI PROTESTA

Attendono ancora il pagamento della mensilità di gennaio ed un acconto della mensilità di febbraio, oltre alla liquidazione dalla precedente ditta, l’Agesp. Sono i dipendenti, iscritti alla Flaica-Cub, della ditta affidataria dell’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani in città. “Nei giorni scorsi, quando scendemmo in piazza – dicono dalla Flaica-Cub -, il titolare della ditta da cui dipendiamo e l’assessore all’Ecologia, Nino Gerratana, giunsero ad un accordo che prevedeva l’erogazione di 600 mila euro da parte del Comune all’indirizzo della ditta Busso. Questa somma – sottolineano – avrebbe dovuto permettere il pagamento della mensilità di gennaio e di un acconto del mese di febbraio, con l’impegno che entro il 31 marzo la ditta avrebbe saldato per intero la mensilità relativa al secondo mese dell’anno. A tutt’oggi però – concludono dal sindacato – i lavoratori non hanno ricevuto il saldo di febbraio, quando anche la mensilità di marzo è pienamente maturata”. Ma i lavoratori lamentano anche il mancato ricevimento del primo acconto quale saldo della liquidazione che sarebbe dovuta giungere dalle casse dell’Agesp, la ditta che in precedenza curava il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Modica. Per l’erogazione di questo acconto, l’amministrazione comunale, il 10 marzo scorso, ha firmato un protocollo d’intesa proprio con l’Agesp che prevedeva, entro il 31 marzo, il versamento, in un unica soluzione di 357.135,13 euro, somma proveniente da un decreto ingiuntivo passato in giudicato il 15 maggio dello scorso anno. Anche in questo caso però ai lavoratori non è giunto alcunché. “Non lo si è fatto – spiega l’amministratore delegato dell’Agesp, Gregorio Bongiorno – perché ancora non abbiamo ricevuto quanto promessoci. I 360 mila euro dovranno servire per liquidare il Tfr ai dipendenti”. Inoltre l’Agesp, con un secondo decreto ingiuntivo che aveva visto nei mesi scorsi il pignoramento delle somme dell’Ato e di otto comuni della provincia, pigmoramento poi sospeso, deve ricevere da palazzo San Domenico la somma di oltre 2 milioni di euro. “Faremo di tutto per recuperare le somme – dice Bongiorno – anche chiedendo il pignoramento di beni comunali”. Ma il rischio è anche per l’Ato Ambiente Ragusa, dato che potrebbe essere avanzata istanza di fallimento della società, da parte della ditta che, tra l’altro, ha già vinto il ricorso al Tar.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa