TUNISINO CONDANNATO DAL TRIBUNALE DI MODICA. AMMESSO AI DOMICILIARI, IL FRATELLO NON LO VUOLE OSPITARE. RICONDOTTO IN CARCERE

Il fratello non lo vuole ospitare in casa per cui dovrà scontare la pena in carcere. Ieri si è celebrato il processo per direttissima nei confronti di Hady Ali, il tunisino arrestato due settimane fa dai Carabinieri a Scicli. Il colored ha deciso ieri davanti al giudice monocratico del Tribunale di Modica, Patricia Di Marco, nel processo per direttissima, di chiedere l’ammissione al rito del patteggiamento, ottenendo il consenso del pubblico ministero, Diana Iemmolo. E’ stato, così, condannato a dieci mesi e venti giorni di reclusione. La difesa aveva proposto al giudice Patricia Di Marco la concessione dei domiciliari, ma il fratello di Hady Ali, unico parente residente in città, non ha dato il consenso cosicché l’imputato è tornato sul cellulare della Polizia Penitenziaria che lo ha condotto nel carcere di Modica Alta. L’imputato, 40 anni, si era presentato nell’appartamento di Via Massimo D’Azeglio a Scicli, pare per chiedere alla figlia dell’anziano proprietario i motivi che l’avevano indotta a non frequentarlo più. Al diniego dell’uomo era andato in escandescenze colpendo lo sciclitano con calci e pugni. Nel frattempo erano stati allertati i carabinieri della locale stazione. I militari non avevano vita facile perché l’extracomunitario, clandestino e senza fissa dimora, aveva perso completamente le staffe e era loro scagliato contro procurando ad uno di loro lesioni giudicate guaribili in una settimana. L’accusa era di violazione di domicilio, lesioni dolose, relativamente al pensionato, violenza, resistenza e lesioni colpose aggravate per l’atteggiamento nei confronti dei militari dell’Arma.

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