Commercianti ed artigiani di Modica sono sull’orlo del baratro. “Abbiamo necessità di avere dei supporti politici perché siamo in procinto di chiudere le nostre attività”. Un allarme lanciato alla vigilia delle elezioni visto che la campagna elettorale si è snodata grossomodo sui grandi tempi, quelli generali. “Qui siamo ad un punto di non ritorno – dice Antonio Firringieli, del Movimento Liberi Artigiani e Commercianti – e non si parla dei nostri problemi economici. Abbiamo addosso la spada di Damocle delle banche, dell’Ufficio delle Entrate, dell’Inps. Si deve fare qualcosa. Abbiamo chiesto aiuto ai diversi politici, ma abbiamo avuto solo poche attenzioni”. Commercianti ed Artigiani hanno idee molto chiare sul da farsi e chiedono la cosiddetta fiscalità di vantaggio da applicare prima di tutto alle categorie lavorative della Sicilia. “Questo – dicono i rappresentanti delle due categorie – prima di darne beneficio alle aziende del Nord che fino ad oggi hanno solo sfruttato la nostra terra”. Si chiede che sia decretato immediatamente lo stato di “calamità sociale”. E’ un termine mai accennato prima da intendersi in tutto e per tutto identico allo stato di calamità naturale. “Dal Dopoguerra ad oggi – dice Firringieli – mai le famiglie siciliane erano arrivate a chiedere l’elemosina fuori dei supermercati, mai gli artigiani, i commercianti e gli agricoltori avevano avuto un impatto così terrificante nella vita lavorativa”. Quello che, complessivamente, viene chiesta l’istituzione di un tavolo di concertazione con direttori di banche, con il direttore regionale dell’Ufficio delle Entrate, con il direttore regionale della Serit e con quello dell’Inps, col presidente della Regione, con le categorie rappresentative di tutte le famiglie siciliane compre i sacerdoti della Scuola di Formazione Sociale “La Pira”. “Tra le nostre proposte – aggiunge Firringieli – che abbiamo potuto esprimere all’onorevole Riccardo Minardo, che in questo senso ha preso impegno concreto – anche quella di non rilasciare nessun autorizzazione fino al 2011 per aperture di centri commerciali”. La situazione delle categorie imprenditoriali è da anni al centro dell’attenzione: c’è stato un emendamento presentato alla Provincia dai consiglieri Ignazio Abbate e Riccardo Minardo per l’abbattimento delle sanzioni, oneri ed accessori sulle cartelle esattoriali. “Sarebbe opportuno – conclude il rappresentante di categoria – la norma secondo cui un commerciante o artigiano che per forza maggiore è costretto a chiudere, previo deposito della licenza, almeno con 30 anni di contributi, possa andare in pensione e lo Stato completi gli anni contributivi mancanti”
Modica: I commercianti ed artigiani al collasso!!!
- Aprile 10, 2008
- 4:22 pm
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