ESTRADATO DA MALTA. IL TRIBUNALE DI MODICA ACCOGLIE ECCEZIONI DEL DIFENSORE. EXTRACOMUNITARIO SCARCERATO

E’ stato necessario scarcerare uno degli imputati per un cavillo burocratico. Lo ha deliberato il Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Ciraolo e De Marco, a latere) in apertura dell’ennesima udienza del procedimento nei confronti di 5 extracomunitari arrestati mesi fa dalla polizia con l’accusa di avere costituito un’organizzazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. John Xuereb, detto Gioni, estradato da Malta poche settimane fa, è tornato, dunque, libero, ed a questo punto è stato necessario riconvocare le parti per il prossimo 30 aprile. Gli altri imputati sono Maktouf Farhat, 38 anni, difeso dall’avvocato Enrico Platania, e Sadok Bougnimi, 45 anni, patrocinato dall’avvocato Raffaele Drago, entrambi tunisini, braccianti agricoli residenti a Punta Secca, Murath Kalas, difeso dall’avvocato Giovanni Giurdanella, e Jlmaz Aslan, difeso dall’avvocato Sbezzi. Era stato il difensore di Gioni, l’avvocato Campisi a sollevare delle eccezioni ritenendo nulli gli atti del processo per la mancata notifica dell’avviso di conclusione delle indagini al proprio assistito. I 5, secondo l’accusa, avrebbero fatto parte di un’organizzazione che avrebbe favorito lo sbarco di extracomunitari sulla costa iblea. Durante l’interrogatorio Farhat si disse estraneo ai fatti mentre Bougnimi si avvalse della facoltà di non rispondere. Nel corso di un confronto con altri tre extracomunitari fu riconosciuto solo Farhat, mentre il secondo fu indicato come il soggetto che aiutava i clandestini al momento degli sbarchi. Aslan fu indicato come colui che procurava l’ingresso in Italia ed avrebbe operato a Malta. Secondo gli inquirenti, i 5 costituirono l’organizzazione malavitosa e trasferivano in territorio ibleo i clandestini con un natante veloce pilotato da uno scafista rimasto ignoto. Farhat e Bougnimi erano dipendenti di un’azienda agricola a Santa Croce Camerina. Al momento dell’arresto erano stati indicati come gli addetti alla "reception", si sarebbero occupati di nascondere, non appena sbarcati, i clandestini che erano destinati all’interno di case diroccate di Punta Braccetto dietro il pagamento di una somma di cinquanta euro a testa.

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