I “big” che lasciano il Parlamento. Da Bertinotti a Santanchè e Storace

Quasi uno tsunami elettorale quello prodotto dal voto, che ha scalzato dal seggio tanti leader e personalità che hanno segnato le ultime legislature. Addio al Parlamento del veterano Fausto Bertinotti, che dopo aver guidato Montecitorio è stato tagliato fuori due volte. Saltano una legislatura anche gli altri big della sinistra italiana, i leader de La Destra Daniela Santanchè e Francesco Storace e l’ex Dc Ciriaco De Mita. L’operazione ghigliottina, condotta dalla soglia di sbarramento, ha fatto cadere le teste di tutti e quattro i leader dei partiti della sinistra che avevano dato vita alla sinistra Arcobaleno. Anzi tre, visto che Oliviero Diliberto, segretario del Pdci aveva gia’ deciso di lasciare il suo seggio ad un operaio della Tyssenkrupp, Ciro Argentino, che pero’, dato l’esito elettorale, non approdera’a Montecitorio, rendendo nullo il sacrificio di Diliberto. Restano fuori anche il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio e Fabio Mussi, il ‘capo’ della Sinistra Democratica. ‘Silurati’ anche Enrico Boselli, leader e candidato-premier del Partito Socialista, e Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay. Seggi preclusi anche per il ‘trio’ della Destra: Daniela Santanchè, Francesco Storace e Teodoro Buontempo. Non varcheranno i portoni del Parlamento (almeno per questa sedicesima legislatura) neanche gli antagonisti del Pd, Willer Bordon e Roberto Manzione che avevano dato vita all’Unione Democratica dei consumatori. Stop alle goliardate e alle provocazioni di Francesco Caruso: il no global che aveva fatto il suo esordio alla Camera ‘traghettato’ dal Prc questa volta e’ rimasto al palo insieme alla pattuglia della Sinistra Arcobaleno. Stesso destino per Luxuria, la prima transgender in Parlamento che proprio per il suo "status" era stata presa di mira dall’azzurra Elisabetta Gardini che voleva imporre alla collega l’utilizzo della toilette destinata agli uomini. Anche Ciriaco De Mita non andrà a Palazzo Madama. Uscito dal Pd, dopo la decisione di Walter Veltroni di non candidarlo, e approdato all’Udc di Pier Ferdinando Casini, De Mita, candidato al Senato, si trova in un Udc che non è riuscita a far scattare il seggio al Senato in Campania.

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