E’ da alcuni giorni che non scrivo editoriali. E forse qualcuno, al quale sono poco simpatico, avrà detto:finalmente! In realtà mi sono preso solo un pausa di riflessione, a seguito di uno scambio epistolare intercorso tra me e il sindaco di Modica Buscema. Un scambio tra persone leali, franco, senza veli, in alcune parti anche duro e mordace, nel quale ci siamo detti parecchie cose rispettando il principio cristiano del “veritatem facientes in caritate”. Chiaramente nulla dirò del contenuto delle missive, per il loro tono riservato e personale, ma credo sia stato un bene per entrambi “parlarsi” anziché “sparlarsi”, come purtroppo avviene in questa nostra società sempre più ipocrita. Ciò che posso dire è che tra me e il sindaco ci sono idee diverse, visioni politico-culturali diversificate, ma questo non fa di entrambi né dei nemici né, direi, degli avversari, perché anche chi è avversario, poiché ambisce al raggiungimento del potere, deve far vedere che l’altro è incapace o ha delle pecche, per poterne, magari, prendere il posto. Poiché non mi trovo né nell’uno né nell’altro caso, né vi ambisco, non mi resta che esercitare solo il mio diritto di opinione, di legittima critica e di libero pensatore che non ha da dare conto ad alcun padrone, né da difendere interessi passati o presenti; e, sotto questo aspetto, una cosa è certa: le mie idee e quelle del sindaco Buscema – e prendo a prestito le parole del Pope – “sono come i nostri orologi, i quali non si trovano mai d’accordo, ma ognuno di noi crede al suo”. E se il sindaco Buscema è libero di credere nelle sue idee politico-amministrative e di quelli che lo collaborano ed ha anche la facoltà di attuarle perché lui ha il “potere” di farlo, io, al contrario, posso solo esercitare il diritto di credere nelle mie idee, di poterle liberamente professare anche se esprimono osservazioni critiche al sindaco e alla sua amministrazione o, come è anche accaduto, ne condividono l’operato.
Se questa premessa fosse tenuta in considerazione da tutti coloro che commentano le notizie del nostro quotidiano on line, che in gran parte sono uomini di tifoserie che si insultano reciprocamente e non liberi cittadini, forse qualcosa di buono potrebbe sperarsi per la città di Modica.
E nel quadro di queste considerazioni, vengo allora ad alcune osservazioni.
Credo che nessuno possa toglierci la libertà di dire che non è stata condivisa la scelta politica dell’Amministrazione Buscema di escludere dagli eventi di “Modica Miete culture” il Consorzio del cioccolato modicano dando spazio solo alla Dolceria Bonajuto, come di dire che non sia stata per nulla lungimirante l’idea di emarginare, stessa scelta già per la settimana della cultura svoltasi nel mese di aprile, tutte le realtà culturali più vive della città limitandosi ad una conferenza di servizio con le scuole, i cui studenti proprio nel periodo degli eventi sono stati sotto pressione per le prove degli esami di Stato. E con la stessa libertà di opinione sarebbe ipocrita non dire con franchezza che non è stata condivisa l’ingerenza del sindaco Buscema nella scelta del nuovo presidente della Fondazione Grimaldi, non tenendo in alcun conto il parere di associazioni varie e di cooperative, di liberi cittadini e anche di testate giornalistiche che avevano espresso pieno plauso per il “decapitato” presidente uscente. La critica non è stata rivolta al presidente in pectore, ma al metodo utilizzato dal sindaco nel gestire la vicenda.
Dire questo non è essere contro il sindaco, ma esprimere il legittimo diritto di non condividere delle scelte, in questo caso riguardanti il settore cultura, che, avranno sicuramente le loro giuste argomentazioni, ma che non giovano, a mio avviso, alla coesione sociale della città e che servono solo ad accentuare un conflitto.. L’amministrazione le avrà fatte pure in buona fede e con indiscutibile criterio qualitativo, ma così non sono state percepite dalla città, ad eccezione di quelle persone e di quei gruppi culturali e religiosi che orbitano nell’area del primo cittadino. E siccome noi crediamo che Buscema debba essere il sindaco di tutti e non di alcuni, fargli notare questi aspetti è solo un contributo positivo che lo può portare, se lo vorrà, a riflettere e non una sterile critica finalizzata alla difesa di una ricerca di chissà quali spazi di visibilità per qualcuno, come se, del resto, ce ne fosse di bisogno. Nessuno può modificare le idee del primo cittadino né quello che io sto facendo notare ritengo sia un dogma. Saranno comunque, a tempo debito, i cittadini a dire se questo metodologia di azione di Buscema è quella giusta o sbagliata e, in quel caso, se troverà consenso, non si potrà non dare atto al primo cittadino di aver operato nella giusta direzione e di aver fatto, da parte nostra, una valutazione inesatta.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… di Direttore. LE SCELTE NON CONDIVISIBILI DEL SINDACO BUSCEMA E LA LIBERTA’ DI OPINIONE
- Giugno 26, 2011
- 2:25 am
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa