“Maltrattò la moglie”. Pozzallo, resta in cella

La versione fornita dalla compagna e i risultati del prosieguo delle indagini non hanno cambiato il pare della magistratura inquirente e, dunque, il pozzallese Luca Maltese, 43 anni, arrestato una decina di giorni fa dai Carabinieri per maltrattamenti in famiglia, resta nel carcere di Modica Alta. La Procura della Repubblica di Modica ha, infatti, dato pare contrario alla remissione in libertà ed il Gip ha confermato il provvedimento restrittivo. A questo punto si rende necessario il ricorso al Tribunale del Riesame di Catania. Nelle scorse ore l’avvocato Salvatore Campanella ha presentato l’istanza ai magistrati etnei. Durante l’interrogatorio di garanzia l’uomo aveva ammesso di avere dato uno schiaffo alla sua convivente e quest’ultima in una lettera diffusa alla stampa aveva confermato sostenendo che il Maltese non era mai stato violento e che tutto era riconducibile ai normali dissapori familiari. L’avvocato Campanella aveva presentato richiesta per una una misura meno afflittiva per il proprio assistito al Gip, magari sperando nei domiciliari, ma l’esito è stato negativo. Come si diceva, Luca Maltese era stato arrestato sabato 16 luglio, intorno alle 23, nel posto di lavoro dopo che ai carabinieri era giunta una telefonata che segnalava azioni violente dell’uomo nei confronti della compagna e della figlia tredicenne di quest’ultima. Dopo avere raccolto le testimonianze, i militari erano andati a prelevare l’interessato nella struttura alberghiera della zona dove lavora.

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