INFRASTRUTTURE: LA CHIAMATA ALLA MOBILITAZIONE DELLA CGIL NON TROVA D’ACCORDO IL PRESIDENTE DELLA 7^ COMMISSIONE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI RAGUSA

“La chiamata alla mobilitazione della Cgil ha un senso solo se finalizzata ad articolare le risposte alle procedure da seguire con riferimento alle infrastrutture che rischiano di rimanere al palo. Altrimenti rischia di rimanere l’ennesima, seppur apprezzabile, iniziativa di protesta di cui, sinceramente, il territorio, in questa fase, non ha bisogno”. Ad intervenire nel dibattito innescato in questi ultimi giorni dalla presa di posizione del segretario generale della Cgil, Giovanni Avola, è il presidente della commissione provinciale Grandi infrastrutture. Secondo Enzo Pelligra, il modus operandi, ancorché esistano rischi concreti di tagli, tutti da verificare comunque, che potrebbero frenare la realizzazione dell’ampliamento del porto di Pozzallo e il completamento dei lotti sino a Modica dell’autostrada Siracusa-Ragusa-Gela, deve essere quello utilizzato dal comitato ristretto della Ragusa-Catania. “Un organismo duttile ed efficace – prosegue Pelligra – che ha già dimostrato appieno il proprio valore e la propria capacità operativa. E torno a ribadire che sulla stessa falsa riga occorre attivare un organismo simile, o magari ampliare quello stesso, affinchè abbia l’opportunità di occuparsi di tutte le altre infrastrutture che rimangono lettera morta e grazie alle quali la nostra area provinciale potrebbe compiere un sostanzioso passo in avanti in un momento delicato di crisi”. Pelligra non boccia l’idea della mobilitazione lanciata dalla Cgil, che potrebbe avere un senso in un secondo momento qualora tutte le interlocuzioni fossero inascoltate, ma sostiene che occorre un passo avanti. “Le mobilitazioni, come la marcia lenta dei mesi scorsi – continua – sono valide ma il loro effetto è relativo. Il giorno dopo finiscono già nel dimenticatoio. Più concreto, invece, è l’operare silenzioso di un organismo, come il comitato ristretto, che sa dove mettere le mani, in grado, con le proprie competenze acquisite sul campo, di agire nella maniera più adeguata. E’ arrivato il momento di mettere a frutto le conoscenze tecniche presenti sul territorio per interloquire con chi sta nelle stanze dei bottoni. Le proteste, almeno in questi casi, sembrano ormai superate”.

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