ON. DIGIACOMO: “NON SIAMO UN’ISOLA FELICE NEANCHE NEL PIANETA SANITA’: BASTA AI TAGLI”.

L’on. Pippo Digiacomo, componente della VI Commissione Servizi Sociali e Sanitari all’Ars, interviene in relazione al dibattito di questi giorni dopo gli episodi accaduti negli ospedali di Ragusa, Modica e Vittoria: “Non mi pare sia il caso di commentare con certezze in tasca gli avvenimenti terribili che hanno caratterizzato queste giornate funeste per la sanità iblea: se è stata una tragica ma casuale concatenazione di eventi, oppure se vi siano responsabilità dirette in questi decessi, quindi casi di malasanità, lo appureranno organismi giudiziari e tecnici che, come sempre, vanno accettati, anzi, devono essere accettati come gli unici titolati a emettere questi tipi di valutazione. Attendiamo con apprensione quanto ci diranno magistratura e Asp e, intanto, rivolgiamo il nostro cordoglio alle famiglie dei defunti. Tuttavia la classe dirigente iblea deve rendersi conto del preoccupante declino della famosa “isola felice”, anche nella sanità, settore in cui probabilmente non lo siamo mai stati. Voglio ricordare che da diversi anni soffriamo di una notevole mobilità passiva, cioè un gran numero di pazienti che vanno a farsi curare in altre provincie, siciliane e non, e per patologie abbastanza comuni. Cosa vuol dire questo? Che l’Asp deve combattere su due fronti: uno esterno per impedire che ciò accada – quindi potenziando la qualità della propria offerta sanitaria – e uno interno, cioè quello di fare quadrare i conti, in un clima di ristrettezze senza precedenti, per il disastro finanziario della sanità siciliana a tutti noto, verificatosi negli anni 2001/2008. Adesso, però, basta tagli, adesso non dobbiamo tagliare nulla, nemmeno il più piccolo servizio altrimenti avverrà la rivolta. Da troppi mesi non facciamo altro che paventare tagli e da troppi mesi non facciamo altro che difenderci dai tagli. Tanto da mettere in ombra anche le cose buone e nuove che si sono cominciate a fare, soprattutto nel territorio, ma anche nell’ospedalità pubblica, che però la gente non conosce o conosce poco, tanto siamo impegnati a difenderci dai tagli (di Pronto Soccorso, di reparti, di posti letto, laboratori, etc…). Da oggi si cancella dal vocabolario della sanità iblea il verbo “tagliare” e si sostituisce con quello “potenziare”, e tutti quanti dobbiamo essere impegnati nel rilanciare questa sanità iblea e dimostrare con fatti e numeri che le luci superano di gran lunga le ombre e che ci si confronta per attaccare e non per difendersi. Anche per rispettare l’immane lavoro di migliaia di operatori dell’Asp iblea seri e preparati che tutti i giorni combattono per assicurarci un buon servizio sanitario. Ecco perché ritengo che il punto non sia lavarsi mani e coscienza chiedendo le dimissioni di qualcuno, sapendo benissimo che con questo non si risolve un bel nulla. Però sia chiaro che non appena sentirò ancora parlare di tagli (di Pronto Soccorso, reparti, laboratori,etc…) e non di potenziamenti, scenderò in campo alla testa dei rivoltosi. Fermi restando i saldi, basta alla sanità dei ragionieri, ora vogliamo la sanità dei dottori, degli infermieri e di tutto il resto che parla di salute”.

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