Ragusa. Lettera Aperta di un Cittadino. Riceviamo e pubblichiamo

Riceviamo da Gaetano Attardi questa lettera aperta che pubblichiamo integralmente:

Carissimi concittadini, riprendo in mano la penna per esprimere il disagio che mi procura sentire come vengono analizzate e presentate dagli amministratori cittadini e dai media alcuni aspetti della vita ragusana. Sottolineo il fatto che scrivo da privato cittadino e non da esponente di un movimento politico, pur continuando a condividere idee e strategie dello schieramento in cui ho militato alle ultime amministrative e del quale continuo ad essere parte.
Questa lettera serve a segnalare una vicenda di cui sono stato protagonista, insieme a molti miei vicini di casa, nel corso della stagione estiva che volge alla fine. Nel corso del mese di Maggio, nel momento in cui abbiamo cominciato a frequentare le nostre case a Marina di Ragusa, in Via Fratelli Carnemolla per l’esattezza, sulle cui condizioni di abbandono e degrado stendo un pietosissimo velo, ci siamo accorti della presenza di un piccolo branco di cani (4 o 5 esemplari al massimo) che avevano eletto un’area limitrofa ai cassonetti della spazzatura come loro dimora. Due cani erano noti agli abitanti del quartiere in quanto già visti aggirarsi in zona nella precedente stagione estiva, ma l’arrivo di nuovi esemplari di maggior taglia e la manifestazione di atteggiamenti territoriali ha preoccupato alcuni villeggianti, i cui bambini, tra l’altro, hanno l’abitudine di scorrazzare in bicicletta lunga la strada e di percorrerla a piedi per raggiungere le abitazioni degli amici.
Alla fine di Maggio è stata fatta una prima segnalazione informale ad agenti della Polizia Municipale in servizio a Marina di Ragusa, i quali hanno posto domande del tipo: “Sono aggressivi? Sono malati? Mostrano segni di infestazione da parassiti?” Ad esse il privato cittadino, tranquillo pensionato, ha risposto: “E che ne so io, mica faccio il veterinario. So solo che sono lì, abbaiano ai bambini, inseguono le biciclette e digrignano minacciosamente i denti. Altro non saprei dire.” Nessun esito alla segnalazione. Fine Giugno, il sottoscritto telefona al comando della Polizia Municipale e fa una segnalazione ufficiale. Viene inviata una pattuglia e gli agenti, con estrema cortesia, pongono le stesse domande alle quali un semplice cittadino non può rispondere, e concludono dicendo che se non ci sono segnalazioni di reale pericolo non verrà effettuato nessun intervento.
Fine Agosto, finalmente su segnalazione di un’altra residente nella zona intervengono gli specialisti per portare via dal quartiere una cagna, considerata pericolosa perché aveva appena partorito, con i suoi cuccioli, mentre vengono lasciati in sede gli altri 4/5 cani.
Due mesi e mezzo di segnalazioni, una serie di interventi caratterizzati da domande assurde da porre ai privati cittadini ed infine un intervento parziale a fine stagione, quando il pericolo viene rimosso dal ritorno dei villeggianti a Ragusa e non dalla bonifica da parte delle autorità competenti della zona.
A fronte di una realtà di questo tipo, verificata e toccata con mano nel corso di un’intera estate, durante la quale mio figlio di dieci anni è stato privato della libertà di muoversi autonomamente lungo la sua strada, rimango esterrefatto di fronte a dichiarazioni di amministratori cittadini che, nel ricordo dei tragici eventi della scorsa estate, affermano di aver posto la massima attenzione alla questione del randagismo, di aver predisposto interventi sempre tempestivi e finalizzati a prevenire ogni pericolo. Se così è stato io non me ne sono accorto, e insieme a me decine di cittadini residenti.
Oltre al danno dell’omessa tutela della sicurezza di un intero quartiere marittimo nel periodo di maggiore densità abitativa ora dobbiamo subire la beffa da parte di chi fa propaganda a se stesso, millantando interventi tempestivi e mirati, che magari ci sono anche stati, ma che sicuramente non hanno riguardato allo stesso modo tutti i cittadini ragusani.
Gaetano Accardi

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