“Le notizie che ci giungono sulla elezione del vertice della Camera di Commercio di Ragusa ci inducono a un “grido d’allarme”. Lo sviluppo economico e sociale della Provincia di Ragusa ha bisogno di tutto tranne che di divisioni e di contrapposizioni ; la poltrona di presidente della “casa delle imprese” assume – nella situazione data – un forte connotato politico ed economico per il futuro”. E’ la voce del Presidente F.N.A.A.R.C., la Fedrazione Nazionale Associazione Agenti e Rappresentanti di Commercio, Roberto Sica, sulle elezioni dei vertici alla CamCom.
“Occupare il vertice di questa Istituzione – dice – significa possedere qualità, specificità ma anche autorevolezza e capacità di fare squadra; bisogna evitare veti incrociati e divisioni forieri di futuri scenari di contrapposizioni. Deve essere chiaro – così come ampiamente analizzato dalla nostra associazione e da autorevoli studiosi e addetti ai lavori – che gli indicatori economici registrano da piu’ anni una “crisi nella crisi del modello Ragusa”; esso deve essere rilanciato e il sistema camerale è chiamato ad assumere questo ruolo di recupero e avvio di una nuova strategia di sviluppo.
Quali idee, quali programmi, quali analisi e obiettivi ci sono in tale prospettiva ?
Bene ha fatto l’attuale presidente a istituire “ il tavolo dello sviluppo”; ma deve essere colmato di contenuti e bisogna fare presto !
Su questi temi verifichiamo un deficit : la provincia di Ragusa non riesce, ancora, a interpretare un positivo passaggio fra il vecchio e il nuovo, fra un economia locale – sia pur con ottimi fondamentali – e la prospettiva globale.
Bisogna capire quali sono i “motori dello sviluppo economico” mettendo in evidenza la loro struttura e i punti di forza e debolezza evidenziando le specificità dei “Nuovi sistemi locali” in termini di dimensioni e strutture socio-economiche.
Tale conoscenza e consapevolezza permette di aprire la strada della definizione di strategie di sviluppo locale efficaci proprio perché in grado di valorizzare l’identità economica, sociale e culturale dei luoghi; gli investimenti infrastrutturali, che tanta lotta e sacrificio stanno costando, devono aprire una nuova fase nella storia dell’evoluzione del territorio provinciale in forme nuove nel rispetto dell’ambiente e della identità culturale.
Dobbiamo, tutti assieme, avere la capacità di sapere assegnare al sistema locale una funzione di identificazione della “strategia di sviluppo” fondata sulla integrazione di “tutti” i territori e le potenzialità in parte inespresse e latenti; questo è ciò che ci aspettiamo, a partire dalla decisione di martedì prossimo e per il futuro : una “nuova politica di sviluppo locale fondata sulla coesione e sulla cooperazione strategica di tutti gli attori provinciali” .
Abbiamo buone esperienze consumate nel passato all’inizio del nuovo millennio e nella lotta che abbiamo assieme svolto e che stiamo perseguendo sul tema delle infrastrutture; il 6 settembre deve rappresentare un tassello decisivo di tale percorso.
Altrimenti il definitivo declino del nostro territorio !