Due italiani sono stati rapiti in Somalia, a 65 km a sud di Mogadiscio. Si chiamano Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini: i due lavorano per la Cins (Cooperazione internazionale nord sud) su un progetto cofinanziato dalla comunità europea e dalla Fao. Lei è un’infermiera professionale di Ragusa, ha 51 anni ed è separata; ha due figli che vivono in Sicilia ed è in Africa da alcuni mesi. Paganini è di Pistoia, fa l’agronomo e ha 66 anni. Con loro è stato anche rapito un operatore locale umanitario, si chiama Abderhman Yusuf. Stando alle prime testimonianze, uomini armati a bordo di tre fuoristrada hanno attaccato all’alba gli uffici della Cins, un’ong – organizzazione non governativa – che in Somalia si sta occupando di progetti di sviluppo agricoli nella zona dove è avvenuto il rapimento, quella del Basso Shabele. "Anche gli 007 italiani da diverse ore sono al lavoro per accertare la natura e la matrice del sequestro, capire insomma chi c’è dietro e quindi stabilire un canale affidabile con i rapitori, un contatto.
A dire il vero, c’è stato un primo contatto tra la Cins e i sequestratori di Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, i due volontari italiani rapiti in Somalia con un volontario locale. Lo conferma la stessa ‘Cooperazione italiana Nord sud’. Le prime indiscrezioni parlano di un sequestro a scopo di riscatto, e non di un atto di terrorismo. "I nostri volontari stanno bene, non hanno subito violenze. Siamo fiduciosi in una rapida liberazione", dicono dall’ong.