Modica. Il Procuratore della Repubblica chiede rinvio a giudizio per tre ortopedici del “Maggiore”

Il Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, ha chiesto al Giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio di C.G., C.A., T.A., medici in servizio presso l’Ospedale Maggiore di Modica, accusati di omicidio colposo.

I tre avrebber per colpa (negligenza ed imperizia professionale), consistita nell’avere, quali medici in servizio presso il reparto di ortopedia dell’ospedale Maggiore di Modica, nel corso delle visite specialistiche di controllo effettuate il il 10, il 15 e il  19 luglio 2010  sulla paziente pozzallese S.C., affetta da frattura traumatica trimalleolare della gamba destra, già sottoposta il 28 giugno precedente a intervento chirurgico di osteosintesi, omesso di adottare tutti gli accertamenti diagnostici (radiografia, analisi emato-chimiche, scintigrafia, ecografia, risonanza magnetica, tomografia computerizzata) ed i provvedimenti terapeutici (somministrazione, in prima battuta, di una terapia chemio-antibiotica, in attesa di successiva identificazione microbiologica) atti a contrastare l’infezione della ferita chirurgica ed osteomielite alla gamba destra della paziente, i cui segni e sintomi (“secrezione alla ferita chirurgica”, “stato febbrile”, “dolori”, “presenza di fasciatura maleodorante alla gamba destra…”, “ferita che presenta una deiscenza per tutta la sua lunghezza…” “scadute condizioni generali e spiccato stato di disidratazione…”), rilevati solo all’atto del ricovero d’urgenza avvenuto il 22 luglio presso il reparto di rianimazione, a causa dell’aggravamento delle condizioni generali della paziente, i cui elementi sospetti (“secrezione alla ferita chirurgica”, “stato febbrile”, “dolore”) dovevano essere già presenti e quindi adeguatamente considerati nel corso delle visite del 19 e del  15 luglio 2010 (allorchè venne disposto un esame microbiologico sulla ferita e la somministrazione di paracetamolo), se non anche nel corso della visita del 10 luglio, per interrompere il nesso etiopatogenetico tra la diffusione dell’infezione e l’exitus, così determinando la morte di S.C., avvenuta il 5 agosto 2010, a causa di una insufficienza respiratoria acuta.

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