L’ex palazzo delle Poste a Modica. Il Pd: “Utilizzare l’immobile che altrimenti rimarrebbe abbandonato”

La problematica incentrata sull’ex Palazzo delle poste da parte di SEL, presenta aspetti alquanto strumentali è per certi versi anche contraddittori. E’ quanto sostiene il capogruppo consiliare PD di Modica, Giorgio Zaccaria, secondo il quale la mozione presentata al consiglio comunale, era orientata ad indirizzare l’amministrazione e, quindi, il consiglio a riprendere il dibattito sull’utilizzo o meno dell’immobile, sull’eventuale vendita o sua trasformazione.

“Il fatto che l’amministrazione abbia deciso di utilizzare l’edificio per concentrarvi tutti gli uffici per l’elaborazione e la riscossione dei tributi – spiega – è stato ampiamente reso noto, sia dall’assessore competente che dagli esponenti di questa maggioranza, attraverso comunicati stampa e anche nel corso di dibattiti consiliari.

Votare contro la mozione di indirizzo, seppur con una maggioranza risicata (ma questo è dovuto anche all’esiguo numero dei consiglieri presenti in aula), non ha avuto altro significato che quello di riaffermare la volontà di proseguire con i propositi annunciati precedentemente. I motivi sono semplici: utilizzare un immobile che, diversamente, o almeno nell’immediato, rimarrebbe abbandonato al degrado assoluto, ovvero rimediare allo spettacolo increscioso delle file di persone che aspettano il loro turno, sotto il sole cocente o sotto la pioggia, davanti agli uffici comunali. D’altronde, è stato affermato più volte dall’amministrazione che non intende apportare nessuna modifica strutturale all’edificio, in modo da essere pronti ad eventuali altre soluzioni o sopravvenienze di ogni genere. Non si può essere contrari all’utilizzo dell’immobile per l’allocazione degli uffici, e propendere per l’affitto o la vendita, e allo stesso tempo essere preoccupati per il pignoramento e, quindi, alla dismissione coatta da parte del tribunale, che in ogni caso e pur sempre una vendita con le stesse modalità e caratteristiche di quella per gli altri immobili inseriti nel piano di valorizzazione. Inoltre, deve essere chiaro e pacifico il fatto che l’amministrazione deve porre in essere tutti gli strumenti in suo possesso onde evitare la svendita dell’immobile, ma questo è un dovere imprescindibile che esula da qualsiasi mozione del consiglio comunale. Ricordiamo che con una delibera consiliare precedente, è stata cambiata la destinazione d’uso, in struttura commerciale e ricettiva. Pensiamo e vogliamo sperare, che il CTU nominato dal tribunale per la valutazione su base d’asta della struttura stessa, che ammonta a circa 1.088.000 euro, abbia tenuto conto anche di questi requisiti. L’auspicio è quello che tutto si possa risolvere per il meglio, che si riesca a pagare i creditori o che, comunque, l’immobile non sia svenduto. È anche vero, però, che le precarie condizioni finanziarie e l’esposizione debitoria in cui versa l’ente, non sempre lascia margini o poteri discrezionali nelle decisioni”.

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