Pozzallo, lo sbarco del 26 ottobre 2009. L’accusa chiede condanne per oltre 75 anni

Oltre settantacinque anni di carcere. Questa la richiesta complessiva avanzata ieri mattina dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, Ursino, nei confronti dei presunti scafisti dello sbarco avvenuto a Pozzallo il 26 ottobre del 2009, al termine della sua requisitoria davanti al Gup del Tribunale di Catania, Catena, che si occupa dalla vicenda dopo che il collega di Modica, Patricia Di Marco, si era dichiarata incompatibile. Sono sei gli imputati che rispondono di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante del numero di persone trasportate, del lucro, omicidio e reati inerenti il codice della navigazione(nell’occasione si registrò la morte di un extracomunitario e qualche giorno dopo quella di un neonato, all’Ospedale Maggiore di Modica, partorito da una donna clandestina giunta sullo stesso natante). Gli imputati sono Rabat Moatemid, 34 anni, Karim Al Braui, 25 anni, Rashid Mustafa, 21 anni, Adhm Hamada, 24 anni, tutti egiziani, Amaniel Ashmelash, 26 anni, e Huruy Gyssau, 25 anni, eritrei. C’è anche l’italiano Marco Gigli, 24 anni, originario di Asmara, ritenuto parte dell’organizzazione criminale libica che aveva pianificato il “viaggio”, arrestato a novembre del 2009. La pubblica accusa ieri ha chiesto la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione ciascuno per gli extracomunitari, e a quattro anni e otto mesi per Gigli in virtù del fatto che ha collaborato con la giustizia. Complessivamente sbarcarono 199 tra eritrei e somali. Dopo la requisitoria del pubblico ministero, ha tenuto le sua arringa l’avvocato Tiziana Boscarino del Foro di Modica. Il prossimo 25 ottobre toccherà agli avvocati Alessandro Agnello e Giuseppe Pellegrino, quest’ultimo difensore di Gigli. Quindi sono previste le repliche del piemme e le sentenze.

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