Palermo, dalla giunta regionale via libera all’abolizione delle Province

La giunta presieduta dal governatore Raffaele Lombardo ha approvato il disegno di legge sul decentramento dei poteri dalla Regione ai comuni e la formazione dei liberi consorzi, abolendo così le Province. “È una proposta di legge – ha detto Lombardo in conferenza stampa – che farà da base all’Assemblea regionale e su cui siamo aperti a recepire suggerimenti e proposte”.

La soppressione delle Province è prevista dal 31 maggio 2013. Al loro posto sorgeranno i liberi Consorzi comunali. La Regione, inoltre, trasferirà, agli enti locali, funzioni in importanti settori quali le attività produttive, il commercio e l’artigianato, la famiglia e le politiche sociali, la formazione professionale, i lavori pubblici e le infrastrutture, i beni culturali e l’ambiente, i trasporti, il turismo, lo sport e lo spettacolo, la gestione integrata dei rifiuti e la gestione integrata del servizio idrico.

Gli organi dei liberi consorzi comunali, formati da almeno 10 comuni e 250 mila abitanti sono: l’assemblea (composta da tutti i sindaci dei Comuni che costituiscono il Consorzio), il presidente (eletto da tutti i consiglieri comunali facenti parte del Consorzio) e la giunta (nominata dal presidente tra i componenti dell’assemblea o dei consigli comunali e formata da un minimo di 4 a un massimo di 8 componenti in base alla popolazione).

Nel disegno di legge sono state inserite anche norme di contenimento della spesa in tema di composizione dei consigli e delle giunte dei Comuni. Dalle prossime elezioni, nei comuni con più di 500 mila abitanti i consiglieri saranno 40 e gli assessori 8; tra 250 e 500 mila 35 consiglieri e 7 assessori; tra 100 e 250 mila 30 e 6; tra 30 e 100 mila 25 e 5; tra 10 e 30 mila 15 e 4; tra 3 e 10 mila 12 e 3; meno di 3 mila abitanti 9 e 2. Tagli anche alla composizione delle giunte provinciali che, sino alla cessazione, dovranno essere composte da un numero di assessori che non deve essere superiore al 20% dei componenti i consigli provinciali.

I Comuni con meno di 5 mila abitanti dovranno procedere, pena la diminuzione dei trasferimenti annuali, all’accorpamento di funzioni e servizi. Abolita l’indennità del commissario ad acta che si insedierà negli enti locali per svolgere l’attività sostitutiva. Previsto, infine, un solo revisore anche nei Comuni fino a 15 mila abitanti (il precedente limite era di 5 mila).

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