IL PATRIOTA MODICANO DEL RISORGIMENTO, FRANCESCO GIARDINA, RIVIVE NEL ROMANZO DI CESARE LOREFICE. SE NE PARLERA’ IL PROSSIMO 29 OTTOBRE AL CAFFE’ LETTERARIO QUASIMODO DI MODICA

Ancora un appuntamento dedicato alla storia quello che si terrà il prossimo 29 ottobre, alle ore 17,30, al Palazzo della Cultura di Modica, nel quadro della stagione 2011-2012 organizzata dal Caffè Letterario Quasimodo. Il II sabato letterario del circolo modicano sarà infatti incentrato sulla figura di Francesco Giardina, patriota del Risorgimento, che è il protagonista del romanzo storico dal titolo “l’oro e l’alloro, la mitica epopea di Francesco Giardina”, scritto da Cesare Lorefice, originario di Modica ma residente da anni ad Adria, in provincia di Rovigo.
A presentare il volume, dopo l’introduzione del Presidente del Caffè Quasimodo, Domenico Pisana e il saluto di Giovanni Di Rosa, docente di lettere e amico d’infanzia di Lorefice, sarà Giancarlo Poidomani, docente di storia nell’Università di Catania, mentre Enzo Ruta leggerà alcuni brani del libro, alternati ad esibizioni musicali di Ruben Micieli, allievo dell’Istituto Musicale Bellini di Catania.
“Abbiamo pensato di dedicare una serata al libro di Cesare Lorefice, afferma Domenico Pisana, Presidente del Caffè Quasimodo,perché dà la possibilità alla nostra città di ricordare un personaggio epico che ha fatto rivivere uno dei momenti più entusiasmanti della storia del nostro Risorgimento e perché riesce, attraverso un intreccio di avvenimenti risorgimentali e fantasia letteraria, a tuffarci nelle vicende storiche, sociali e politiche dell’ex Contea di Modica”.
Cesare Lorefice esercita la professione di Medico Chirurgo Otorinolaringoiatra, ed è autore di saggistica, poesia, e narrativa, nonché collaboratore di varie riviste letterarie. La sua poesia “Il Satiro Danzante” è stata scelta quale supporto alla Mostra Fotografica “Mare di Terre” tenuta a Lecce neI 2008 sotto il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali, mentre neI 2010 Lorefice ha vinto Il premio “La Leonessa città di Brescia”con la poesia in dialetto “Aquiluni senza blu”.
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