Scicli, processo “Icom”. Prescrizione per i cinque imputati

Si è chiuso positivamente per gli imputati il processo riguardante la discarica di San Biagio a Scicli. La vicenda ha scritto la parola “fine” con una sentenza di “non luogo a procedere” emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, per intervenuta prescrizione. Erano sotto giudizio, per l’uso e la gestione dell’impianto cinque persone, tre dipendenti comunali di Scicli, Ignazio Civello, ex dirigente del Comune di Scicli oramai trasferitosi in altra sede, Guglielmo Spanò ed Antonio Bonincontro, funzionari dell’ente civico, oltre ai legali rappresentanti della Icom, l’impresa che gestiva la discarica, che fu utilizzata oltre che da Scicli, anche dai comuni di Modica, Ispica e Pozzallo, e cioè Sergio Bramini e Roberto Scalone. Sono erano stati accusati di avere trasgredito il cosiddetto “Decreto Ronchi”. I fatti si riconducono al periodo compreso tra il mese di novembre e quello di dicembre del 2005. In buona sostanza avrebbero gestito, condotto ed autorizzato la discarica di San Biagio introducendovi rifiuti speciali provenienti da demolizioni, costruzioni e manufatti, tutto materiale proveniente da attività edile, senza le prescritte autorizzazioni. Spanò e Bonincontro, tra l’altro, rispondevano dell’accusa di avere utilizzato un terreno attiguo a quello dov’è ubicata la discarica come bacino di contenimento. Tutti e cinque il nove febbraio del 2008 erano stati rinviati a giudizio dal Giudice per le Udienze Preliminari li di Modica. Civello era patrocinato dagli avvocati Franco e Michele D’Urso, i due funzionari comunali erano assistiti dagli avvocati Bartolo Iacono e Carmelo Scarso mentre i due legali rappresentanti della Icom sono stati difesi dall’avvocato Ignazio Galfo.

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