MANDARA’: DALLA RISERVA DEL PINO D’ALEPPO AL MARCHIO DI PRODUTTIVITA’.

Si è discusso alla Provincia Regionale di Ragusa, in sede di Commissione, dove era presente la Dott. Di Maio Carolina, sulle Problematiche inerenti alla Riserva del Pino D’Aleppo.

Il Presidente della 5° Commissione Salvatore Mandarà, dichiara che all’interno delle aree protette, sono insediate attività produttive e in particolare serricole.

Da diversi anni si è parlato sia in Provincia e anche alla Regione Sicilia, di trovare soluzioni adeguate per riuscire ad aiutare le imprese che coltivano legittimamente il proprio fondo nel rispetto, e nella salvaguardia degli oltre 3 mila Ha di riserva, istituita nel lontano 1981.

Più volte si è entrati nel merito per soluzioni in proposito, si potrebbe riperimetrare l’area sottoposta al vincolo, in modo da renderla compatibile con le attività agricole in essere; si potrebbero indennizzare adeguatamente i proprietari dando loro le somme necessarie per trasferire altrove le proprie aziende; si potrebbe, altresì, abolire il divieto di coltivazione in cambio di forme sostitutive di collaborazione per quanto riguarda la tutela ambientale, il che è peraltro in linea con il nuovo modo di concepire la figura ed il ruolo dell’agricoltore, non più come semplice sfruttatore della risorsa terreno, ma come custode e guardiano del territorio.

La Dott.ssa Di Maio, ha espresso la necessità di tenere in serie considerazioni le valutazioni d’incidenza sull’habitat naturale, in quanto, non solo vincolate dalla riserva ma anche come area SIC, continua la Di Maio, le soluzioni al problema sono chiare, la politica e l’amministratore deve rivolgersi esclusivamente alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia delle riserve, facendo osservare le Leggi Vigenti ma andando incontro agli imprenditori.

Il Presidente Mandarà vede come unica via di uscita della crisi delle aziende interne alla Riserva nel produrre prodotti esclusivamti legati al Marchio delle Riserve Naturali, afferma l’importanza di promuovere lo stesso per le produzioni agroalimentari all’interno delle riserve naturali iblee, quale, prestigioso segno distintivo destinato agli imprenditori agricoli che operano all’interno di tutte le aree protette, utilizzando altresì i benefici ricadenti dal PSR, dando loro la possibilità di produrre in modo compatibile anche attraverso l’adattamento degli insediamenti oggi esistenti all’interno delle perimetrazioni delle aree protette.

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