Processo Minardo-Suizzo. Modica, Puleio: “Archè Kronu cassaforte privata del Copai”

E’ un continuo batti e ribatti in aula tra accusa e difesa, tanto che, dopo tre udienze, non è stato possibile ancora aprire il dibattimento del processo per l’inchiesta “Copai”, che si celebra con il giudizio immediato(primo in assoluto al Tribunale di Modica) davanti al Collegio Penale presieduto da Antongiulio Maggiore(Elio Manenti e Francesco Chiavegatti, a latere). Ieri, presenti gli imputati Riccardo Minardo, Sara Suizzo e Mario Barone, assenti Pinuccia Zocco e Pietro Maienza, il pubblico ministero, Francesco Puleio, ha avanzato le sue consistenti richieste preliminari, fornendo la lista delle prove che servirebbero a dimostrare la colpevolezza degli imputati, ribadendo l’esistenza di un’associazione per delinquere, indicando, tra le altre cose la società Archè Kronu come “la cassaforte privata” del Copai, e Mario Barone, quale “legale rappresentante della principale impresa che aveva rapporti col Copai”. Ha chiesto l’ammissione dei testi in lista e tra questi quella di alcuni giornalisti ed editori che divulgarono notizie riservate in quanto erano in corso le indagini, della consulente grafologa Migliore(la difesa ne ha contestato l’ammissibilità in quanto dovrebbe dire di una perizia eseguita la scorso mese di settembre). L’avvocato Sagneri ha sostenuto l’inammissibilità dei testi dell’accusa, perchè il piemme non avrebbe indicato le circostanze per cui vanno escussi. Opposizione condivisa e accentuata anche dagli avvocati Carmelo Scarso, co-difensore dei coniugi Minardo, e Raffaele Pediliggieri, per Pietro Maienza, in sostituzione dell’avvocato Gianluca Gulino. Scarso ha fatto rilevare una querela presentata dalla moglie dell’onorevole Riccardo Minardo, Pinuccia Zocco, lo scorso mese di luglio nei confronti di Sara Suizzo, presidente del Copai, per appropriazione indebita. L’avvocato Enrico Trantino, dal canto suo, si è riservato di decidere se dare l’assenso o meno dopo la visione del corposo faldone prodotto dal Procuratore Puleio. Trantino ha chiesto che sia eseguita una perizia tecnica per stabilire l’entità dei lavori eseguiti a Palazzo Pandolfi di Pozzallo, in atto sotto sequestro, per chiedere, successivamente, che siano eliminati i sigilli(esistono già le perizie dei tecnici Di Martino e Mazza). I magistrati decideranno sulle richieste e sulle opposizioni il prossimo trenta novembre, quando sarà anche fissato un preciso calendario. Nel processo sono costituiti due parti civili, Giovanni Moncada e Angelo Giannì, attraverso l’avvocato Guglielmo Barone. L’accusa per i cinque è di associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate ai danni della Comunità europea, dello Stato e di altri enti pubblici, ma anche di malversazione, evasione fiscale e riciclaggio. Al centro dell’inchiesta c’è il Consorzio provinciale area iblea (Copai) che è formato integralmente da fondi di provenienza pubblica. I cinque imputati furono arrestati il 26 aprile scorso e ammessi ai domiciliari. Sono stati scarcerati da circa tre settimane. Sara Suizzo in 14 luglio era stata interdetta dal Gip dal ruolo di amministratore dell’Archè Kronu, la società a responsabilità limitata che ha sede a Modica e che, allo stato, è sotto sequestro.

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