CHOCOBAROCCO: questo è il mio pensiero. Lettera in redazione di un modicano

Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata di un cittadino riguardo alla manifestazione Chocobarocco di Modica.

“Come semplice cittadino, innamorato ed orgoglioso della propria città, desideravo fare qualche considerazione in merito alla manifestazione “Chocobarocco” di quest’anno.
Innanzitutto parliamo del periodo scelto: è risaputo che il nostro territorio, in questo periodo dell’anno, è, molto frequentemente, funestato dalla pioggia, per cui non possiamo parlare di settimana sfortunata, lo era, se il periodo scelto fosse stato l’estate, e avremmo avuto una precipitazione di tale abbondanza, inusuale per il periodo estivo, che avrebbe reso la manifestazione quasi inattuabile. A questo punto, riterrei anzitutto di rivedere il periodo in cui si debba svolgere la manifestazione. Attenzioniamo adesso la sistemazione dello svolgimento della manifestazione.
Sono stati fatte rilevare le difficoltà sorte a causa della chiusura di Corso Umberto, e un eventuale spostamento per la prossima manifestazione in una sede da definire ( Modica Alta?). Ciò significherà spostare le difficoltà ad altri cittadini, residenti e commercianti, e non affrontare il problema. In effetti, perché i commercianti di Corso Umberto si sono lamentati? Scusate, ma avete notato che l’apertura degli stands era rivolta verso la strada, coprendo e quasi nascondendo le attività commerciali situate li vicino, e quindi isolandole dal flusso di gente che si limitava a guardare o a comprare i prodotti messi in bella mostra (api e mosche comprese) negli stands? Che senso aveva, nelle ore antimeridiane, l’apertura del traffico e il mantenimento dell’esposizione dei prodotti dolciari agli effetti dello smog e dello scarico delle macchine(dov’erano i vigili sanitari??). Ancora, vi ricordate le polemiche sorte nelle prime manifestazioni((Eurochocolate) in cui il “patron “ Guarducci monopolizzava tutte le barrette dai produttori, a prezzi molto bassi, e poi li rivendeva a un prezzo unico (due euro a barretta), vietandone la vendita presso le attività commerciali di Corso Umberto. Ebbene, ora, in questa manifestazione, è il consorzio che ha predisposto la simile disposizione, imponendo un prezzo alla barretta negli stands, e inibendo, alle attività commerciali del Corso, la vendita del cioccolato (cosi riferiscono i commercianti). Purtuttavia, queste sono problematiche risolvibili alla prossima manifestazione, è invece la scelta della location, che, secondo me, è fondamentale per l’importanza della riuscita della manifestazione. Non mi sono mai piaciuti gli stands,che danno l’idea di una sagra o di una fiera paesana, mi piacerebbe sfruttare le strutture architettoniche già presenti, “i Ponti Pilera”, Via Grimaldi, l’atrio comunale, la scalinata di San Pietro e la splendida scalinata di S. Giorgio con l’Orto del Piombo, le belle piazzette di S. Teresa e di S. Maria del Gesù, sfrutteremmo le nostre ricchezze coinvolgendo tutta la città storica, senza creare eccessivamente problemi al traffico e ai vari residenti.
Infine, ma questa è una scelta di impostazione, preferirei dare più un’impronta commerciale e meno culturale a questa manifestazione, che dovrebbe avere, al centro dell’attenzione, sempre il nostro cioccolato, e quindi il prodotto artigianale, ma anche la presenza del cioccolato industriale, con tutte le marche e le filiere che lavorano il cioccolato, note in tutto il mondo. In fondo questa è e deve essere la festa del cioccolato.

foto giovanni antoci

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