MARCO NANI’: Puntare sul volontariato e sui Volontari come risorse e come ‘agenti’ di formazione verso le nuove generazioni. Dobbiamo investire sul loro impegno

Sono convinto che il volontariato oggi debba essere valorizzato in ognuna delle circostanze possibili, sia che esso agisca -come spesso succede- nell’emergenza che si ‘muova’ nella quotidiana normalità. A dichiararlo è il Consigliere Provinciale Marco Nanì, già componente dell’Osservatorio Provinciale del Volontariato. Conosciamo bene le realtà dove può operare il volontariato: ambiente, strade, intervento medico di primo soccorso, a livello sociale in genere. Esistono già sistemi di formazione del volontariato ma bisogna necessariamente e presto potenziare le iniziative rivolte proprio alla formazione di nuovi volontari, riferendole alle specifiche tematiche (da quelle ambientali al primo soccorso e ad ogni altro aspetto peculiare) in modo da avere personale specializzato alla bisogna, e facendo in modo che l’attenzione sul volontariato non si amplifichi nell’emergenza ma resti importante in ogni momento. Nanì ritiene che oggi sia necessario puntare in particolare puntare su di un ‘volontariato specializzato’, soprattutto nel ‘primo soccorso’, magari partendo da un’azione conoscitiva e formativa nel mondo della scuola per formare i più giovani in modo che sappiano come comportarsi in caso di emergenza e come essere d’ausilio. La Provincia Regionale ha già da qualche anno ha iniziato una pianificazione specifica con VOLONTARI SPECIALIZZATI, che hanno conoscenza sia per interventi in mare che ‘a terra’ e che, evidentemente, sono utili come azione diretta e come formatori. E’ chiaro però, che bisogna investire come enti in questo versante; fare in modo, insomma, che ci siano strutture, mezzi e condizioni (anche e soprattutto economiche) perché il ‘volontariato’ possa svolgere il proprio compito in maniera serena ed efficace. Ed in questo senso, conclude Marco Nan’, è mia intenzione redigere progetti concreti ed immediati per raggiungere l’obiettivo di ampliare il numero dei volontari e di creare veri e propri ‘formatori di settore’ che si rivolgono, innanzitutto, al mondo della scuola

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