Berlusconi ha consegnato le dimissioni al Capo dello Stato

Ha consegnato le sue dimissioni nelle mani del Capo dello Stato, Silvio Berlusconi. Una decisione che è stata accota da oltre 500 persone, che si sono ammassate davanti al Quirinale, come una liberazione proprio come ha detto qualcuno: “Oggi per l’Italia è il 25 aprile”. Davanti al Quirinale anche un orchestrina che ha intornato l’Alleluja, e l’Inno Nazionale. Berlusconi si è detto molto amareggiato per i cori della gente(Chi non salta Berlusconi è, tanto per renderne noto qualcuno, ndr).
La storia forse sarà più clemente della cronaca nei suoi confronti. Berlusconi ha innovato, nella televisione, nel calcio, nella politica italiana. Ma ha interrotto il rapporto d’amore con il Paese nel modo peggiore. Con l’impopolarità dilagante, che gli è dovuta dalla paura, anche di chi è stato suo elettore, di diventare più povero; anzi: povero. Il New Deal di un paese più felice e più libero si è infranto definitivamente sugli scogli della sfiducia della comunità internazionale, che ha detto in faccia a questo signore 74enne che l’Italia è fallita, con lui, grazie a lui. Una remora: la legge di stabilità finanziaria, stasera, è stata approvata con 379 voti, ben più dei 316 necessari per tenere in piedi un governo. Voti dei Casiniani, dei Finiani, di quel centrodestra unito e compatto fino al 2006, sdrucito dai radicalismi della Lega, delle Santanchè, e delle Brambille, dai diti medi di Sacconi e Formigoni, e ridicolizzato dalle stampelle sciclipotiane.

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