Modica. Vertenza Videomediterraneo. Cgil: “Inutile alimentare polemiche”

Mettendo insieme le esigenze dell’Azienda e i diritti dei dipendenti per la possibile soluzione che affronti efficacemente il momentaneo contesto di crisi che presenta la vertenza Video Mediterraneo: da un lato, la permanenza in vita dell’Azienda, mantenendo le posizioni di mercato che ha acquisito nel tempo e con l’esperienza, dall’altro non facendo disperdere la qualità delle risorse umane e professionali.
“Senza alcun riferimento a posizioni precostituite – dice Salvatore Terranova della Cgil – senza l’intenzione di alimentare polemiche (che in questa fase non servono a nulla), la nostra posizione sulla crisi dell’emittente l’abbiamo espressa nelle sedi opportune, davanti al Suo Amministratore. La cgil è per la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali del personale in forza all’azienda, quindi è nettamente e recisamente contraria a qualsivoglia procedura di riduzione del personale per licenziamento individuale o collettivo. Del resto, in questo, il Rag. Carpentieri, nel corso degli incontri, non ha nascosto che il suo orientamento di fatto, manifestato in verità anche nelle precedenti difficoltà, è quello di non voler licenziare nessuno e che si trova a dover far ricorso alla cassa integrazione di deroga (che non implica licenziamento) solo come temporaneo strumento per superare il momento di difficoltà e per poter ritornare all’utilizzo a pieno regime di tutte le unità lavorative. Questa sigla sindacale ha condiviso e condivide la proposta dell’Azienda di operare l’attivazione della cassa integrazione in deroga, su questo percorso si trova d’accordo, mentre manifesta la propria contrarietà all’eventuale altra strategia tendente al licenziamento collettivo, con conseguente espulsione dal lavoro di 19 unità.
Questo sindacato confida nell’alto senso di responsabilità dell’Amministratore Unico che ha saputo incarnare in altre precedenti temperie, in cui ha tenuto in debita considerazione la condizione individuale dei suoi dipendenti e pertanto viene inviato a tornare sui suoi passi, bandendo dal suo orientamento l’idea della mobilità (licenziamento) per riprendere la strada tracciata prima con l’ipotesi della cassa integrazione”.

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