IL COMUNE DI RAGUSA IMPUGNA ORDINANZA DELLA REGIONE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI

Il Comune di Ragusa si appresta ad impugnare l’ordinanza n. 151 del 10 novembre 2011, ravvedendo fondati motivi di illegittimità, con la quale il Presidente della Regione, nella qualità di Commissario delegato per l’emergenza rifiuti, ha stabilito di avviare l’iter per l’affidamento nella regione siciliana del servizio di gestione integrata dei rifiuti mediante la nomina di un “soggetto attuatore” (nominato con la stessa ordinanza) che predisporrà Capitolati e bandi e, tramite l’UREGA, provvederà allo svolgimento delle gare. I Comuni, di seguito all’espletamento delle gare, dovranno sottoscrivere i contratti con le ditte aggiudicatarie e coprire tutti gli oneri derivanti.
“L’ordinanza n. 151 – spiega il sindaco Dipasquale – pone al Comune da una parte forti perplessità in ordine alla legittimità ed anche criticità sotto il profilo squisitamente economico. Sotto il profilo della legittimità si rileva che l’ordinanza supera a piè pari il sistema che la Regione stessa appena un anno e mezzo fa (legge regionale n. 9 dell’ 8 aprile.2010) aveva determinato. Questa legge, infatti, stabiliva che il sistema dei rifiuti sarebbe stato gestito dalle SSR, società consortili a carattere provinciale formate dai comuni e dalla provincia regionale. La legge peraltro aveva stabilito una fase transitoria che, per espresso disposto normativo, si è esaurita circa sei mesi fa e che la Regione ha disinvoltamente prorogato con ordinanza presidenziale del dicembre scorso verosimilmente per incapacità a determinare da parte dei Comuni consorziandi (non il Comune di Ragusa che ha regolarmente adottato i suoi atti) l’adozione degli atti di competenza. Circa poi i poteri in capo al Commissario delegato di potere derogare la normativa – specifica il primo cittadino – il Comune rileva che quello in questione -affidamento del servizio integrato dei rifiuti- non rientra tra le ipotesi derogatorie consentite allo stesso Commissario delegato dalla Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (n. 3887 del 9 luglio 2010). Ma al di là dei freddi profili di legittimità, il Comune avverte come intollerabile la lesione delle proprie prerogative con riferimento in particolare alla estromissione che gli enti locali subiscono circa la predisposizione dei capitolati e la conseguente determinazione della spesa. Tali compiti dalla legge regionale n. 9/2010 era attribuita alle SSR, che come è noto dovevano essere emanazione dei Comuni stessi, mentre con la ordinanza che ora si eccepisce vengono sottratti totalmente ai Comuni, i quali dovranno limitarsi a coprire le spese (determinate unilateralmente dal “soggetto attuatore”) integralmente, di conseguenza modificando la tariffa della TARSU, senza avere avuto la possibilità di effettuare valutazioni degli stessi capitolati e sui piani finanziari. Per queste motivazioni – ribadisce il sindaco – il Comune di Ragusa invita i parlamentari regionali a volersi spendere perchè il sistema venga ricondotto a legalità, innanzitutto riprendendo il percorso stabilito dalla legge regionale n. 9 citata, a cominciare dall’adozione da parte dei consigli comunali inadempienti (e tra questi non c’è il Comune di Ragusa) degli atti di competenza. Diversamente la Regione si determini a proporre modifiche normative anziché cambiare il sistema con meri atti amministrativi, seppure dotati di forza qualificata”.

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