L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…………… DI DIRETTORE. GENTILE BIAGIO, LA CRISI NON E’ SOLO COLPA DEL MERCATO FINANZIARIO, MA DELL’ASSENZA DI UNA EUROPA POLITICA E SOLIDALE

Ho trovato di significativo livello, circostanziati e documentati i commenti dei lettori alle mie due ultime “Osservazioni dal basso”. Il livello del confronto, pur nella diversificazione delle idee, rispecchia prospettive di ragionamento rispettabili, anche se più o meno condivisibili. Ma questo è normale! Certo è che quando il confronto, nei commenti, si mantiene sui livelli che ho potuto costatare nelle mie recenti osservazioni, non c’è che da essere soddisfatti perché ciò è sintomo di democrazia matura. Altra cosa sono le offese, i giudizi, i pregiudizi, l’astio, il livore, le risse che altro effetto non possono avere che quello di inquinare il dibattito e il confronto dialettico.
Fatta questa premessa, voglio prendere spunto dal commento del Signor Biagio che, a proposito della mia ultima osservazione, scrive: “Mi vedo totalmente lontano da questa sua lettura, un po’ oltre modo esterofoba, introversa e con una velata nota di nostalgia che trovo quanto meno distonica”.
In poche righe Biagio dà della mia osservazione una valutazione con un forte peso socio-psicologico, utilizzando quattro termini di forte caratura:“esterofobia, introversione, nostalgia e distonia”. Sicuramente il mio interlocutore è persona culturalmente rilevante, perché i termini usati più che tali sono fenomeni oggetto di analisi delle scienze umane, in questo caso da lui applicate alle cose da me scritte e, di conseguenza, potenzialmente riferibili alla mia personalità, almeno per quanto concerne l’argomento oggetto della mio ultimo editoriale.
Io credo che Biagio sia andato oltre le mie parole, sia entrato in un universo meta-linguistico nel quale ha ravvisato cose che, onestamente, non mi appartengono, tranne che per la nostalgia, o meglio amarezza, che non nascondo essere un po’ in me.
Biagio, rispetto alle mie considerazioni, si domanda: “… ma davvero qualcuno crede oggi che la colpa sia dell’Europa e della speculazione? O addirittura della finanza…?” Biagio mette in discussione questa tesi, che non credo, comunque, sia essere solo quella mia ma anche quella di tanti altri opinionisti politici e intellettuali sicuramente di grande rilievo nel panorama nazionale. Sono rispettoso delle idee di Biagio e, per certi aspetti, sono anche con lui d’accordo perché non può essere solo colpa dell’Europa e della speculazione la crisi economica che ci attraversa, ma ritenere, come ho scritto io, che L’Europa delle banche e dei mercati sia una causa fondamentale della crisi finanziaria non dovrebbe indurre ad essere ritenuta persona con una visione “esterofoba, introversa e distonica”.
Al contrario, io mi sento cittadino europeo ed europeista convinto, ma la mia nostalgia sta nel fatto che da quando ero ragazzino e alle scuole medie ci facevano fare il tema sull’Europa Unita, ancora oggi aspetto la realizzazione dell’Europa politica.
Gentile Biagio, sono rispettoso anche della tua libertà di giudicarmi “esterofobo”, ma sappi che non sono contro il mercato e l’economia quando sanno essere solidali e non schiavizzano la persona né ne calpestano la dignità . Non sono introverso, ma amareggiato perché ancora aspetto l ‘Europa politica, sociale e dei popoli , e soffro nel vedere l’Italia e non solo, sopraffatta dall’Europa dei banchieri, della
moneta e dei mercati.
Aspetto ancora l’Europa dei valori,dei diritti, della sussidiarietà e della solidarietà sociale, dotata di un progetto valoriale, culturale e di solidarietà tra i popoli; non è sufficiente l’aver costruito l’Europa dell’Euro, delle banche, dei mercati e delle grandi lobby economiche, occorre una civiltà europea in cui possa affermarsi il rispetto della diversità e in cui venga salvaguardato il diritto alla vita e siano tutelati i valori della libertà e della democrazia senza il ricorso alle armi, alla violenza e alla guerra economica. Dunque, un’Europa dei valori è quella che vorrei vedere costruire e crescere, un’Europa dove la libertà e la democrazia vengano tutelate dagli attacchi del terrorismo con un sistema di difesa che in atto la comunità europea non è riuscita a darsi.
Aspetto l’Europa del lavoro e del federalismo, un’Europa dell’occupazione, capace di creare le condizioni di investimento nelle imprese, nella scuola, nella ricerca e nella formazione a partire dalle singole unità territoriali in una prospettiva di federalismo solidale.
La politica europea dovrebbe dare la speranza che un’ Europa sociale e dei popoli sia una meta possibile, e invece investe in armi, materiale bellico, strumenti militari per produrre morti e distruzioni e per condizionare gli stati con la guerra dei mercati anziché difenderli dagli attacchi degli speculatori finanziari.
Credimi, Biagio, questo è stato il senso della mia osservazione sul Governo Monti e sull’Europa delle banche. Il mercato, la finanza, le banche non sono assolutamente il “diavolo”, il “nemico” da abbattere, ma una realtà del mondo globalizzato; lo sforzo di tutti, e della politica dei governi in particolare, deve essere quello di dare una “anima etica” all’impresa, al profitto e al mercato, perché l’Europa possa crescere in modo equo e solidale.
La nostra società europea vive un forte paradosso: mentre da un lato gli “indignati” scendono nelle piazze e protestano, tra l’altro, contro la finanza e le banche, le assaltano come è accaduto a Roma , dall’altra parte nella nostra Italia proprio a coloro che sono l’emblema della finanza, sicuramente positivo e autorevole, viene affidato il compito di governarci a causa dell’incapacità, dell’immobilismo, della rissosità, dell’ipocrisia, delle pregiudizialità a prescindere, dell’ostruzionismo , dell’immoralità equamente distribuita della nostra “casta politica” italiana.
Ecco, gentile Biagio, perché le mie letture possono apparire introverse; non per dare colpe acriticamente, ma per dare voce alla mia libertà di pensiero che potrà anche non essere condiviso, ed è normale, ma che sicuramente nasce dal bisogno di condividere con chi sta dall’altra parte una riflessione serena in questo nostro tempo di crisi.

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