Il Chiafura: il parco-museo di Scicli aperto ai turisti e ai visitatori grazie a un progetto didattico-culturale, da realizzarsi in sinergia col “Quintino Cataudella”

Un nutrito gruppo di studenti della scuola superiore, della sezione ad indirizzo Turistico, coordinati dall’insegnante-tutor, prof.ssa Cettina Padua, e assistiti, per l’Amministrazione comunale, dal personale dell’Ufficio Turistico, hanno aderito con interesse ed entusiasmo alla proposta-invito dell’Assessore Vincenzo Giannone, destinando le ore curricolari previste dal loro piano di studi, ad un servizio di accoglienza e accompagnamento all’interno del sito rupestre di Chiafura, oggi parco-museo della città di Scicli.
Gli studenti, pertanto, nella fascia oraria suindicata, presso il tourist-point allestito all’interno della “reception” comunale (1° livello dell’itinerario archeologico), accolgono i visitatori che, provvisti di cartine e mappe di Scicli, fornite dall’Ufficio Turistico, vengono accompagnati nella visita dell’area messa in sicurezza dai recenti lavori di recupero.
Qui giunto il visitatore, “…salendo su per la fiancata del colle di San Matteo e fra i suoi serpeggiamenti…, una specie di montagna del purgatorio, con i gironi uno sull’altro, forati dai buchi neri delle porte delle caverne saracene…” (Pierpaolo Pasolini), si troverà “… in un luogo sottratto alla turbativa della vita quotidiana, immerso in una dimensione dove il tempo e gli orologi sembrano essersi fermati (op. “Città rupestri”, di Pasquale Bellia).
Sono le grotte trogloditiche del quartiere rupestre di Chiafura, risalenti al periodo neolitico e abitate fino agli anni ’50 del secolo scorso, “… dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre… e lì vive, ammassata, qualche volta col mulo…”, come bene ha documentato Pasolini, nel 1959, sulla rivista “Vie Nuove”, dopo la visita a Scicli.

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