Iniziative a sostegno del vero “Made in Italy”, Modica, Paolo Nigro propone ordine del giorno

Il consigliere comunale indipendente di Paolo Nigro, condivide la nota della Federazione Provinciale della Coldiretti di Ragusa sulla promozione di iniziative a sostegno del vero “Made in Italy”, e chiede al presidente del consiglio comunale, Carmelo Scarso, di inserire nell’agenda dei lavori consiliari la proposta di ordine del giorno sulla questione affinchè sia sottoposta alla discussione ed all’approvazione del Consiglio Comunale di Modica alla prima seduta utile.
Ecco di seguito il documento di Nigro.

rdine del Giorno a sostegno del vero “Made in Italy” agroalimentare

(consigliere comunale proponente Paolo Nigro)

IL CONSIGLIO COMUNALE DI MODICA

VISTA E FATTA PROPRIA la proposta avanzata dalla Federazione Provinciale della Coldiretti di Ragusa prot.n.301 del 10/11/2011 di cui se ne riporta il contenuto che segue;

PREMESSO che nel momento di grave crisi in cui versa l’Italia si è alla ricerca di azioni e di risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, il Made in Italy, in particolare quello agroalimentare, è universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva e di sviluppo del Paese;

ACCERTATO che l’agroalimentare rappresenta oltre il 16% del Pil nazionale e che l’export agroalimentare raggiunge quasi 28 miliardi di euro ed ha segnato, anche durante la crisi, tassi di crescita del 13%;

CONSIDERATO che l’Italia è il Paese dei primati nell’agroalimentare per valore aggiunto per ettaro, per la produzione e l’esportazione di vino nel mondo, per la qualità vantando 231 Dop, Igp e Stg e quasi 500 denominazioni di vini Doc, Docg e Igt e per il numero di operatori nel mercato biologico;

PRESO ATTO che la Coldiretti è da tempo impegnata in un progetto di tutela e valorizzazione del vero “Made in Italy” agroalimentare su cui intende fortemente riportare nuovamente l’attenzione delle Amministrazioni a vari livelli alla luce dell’intensificarsi dei rischi di contraffazione e concorrenza sleale verso i prodotti nazionali;

ACCERTATO che la diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica realizza un evidente danno all’immagine della produzione agroalimentare Italiana, raggirando i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole;

PRESO ATTO che tutte le parti sociali (Confindustria, Abi, Alleanza Cooperative Italiane, Ania, Cgil, Cia, Cisl, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Rete Imprese Italia, Ugl, Uil), in merito al contrasto alla contraffazione che ha delle conseguenze economiche e sanitarie di rilievo tanto per le imprese quanto per i consumatori, con un documento unitario del 4 agosto 2011, nella definizione delle priorità sulle quali operare per rilanciare la crescita, hanno chiesto di “attuare politiche incisive volte alla promozione e difesa del made in Italy di qualità quale leva competitiva del Paese, in grado di valorizzare il lavoro, il capitale e il territorio italiano, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale all’estero delle imprese italiane”;

RILEVATO che nel corso del 2011 il Governo Nazionale ha assunto alcuni importanti impegni quali:

l’approvazione, dopo anni di pressing stringente, della legge n. 4 del 2011 che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’obbligatorietà dell’indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola e l’impegno, ancora disatteso, di darne piena attuazione;

le dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole, in risposta all’interrogazione parlamentare 4-08770, per la definizione di criteri di finanziamento dei progetti all’estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all’origine italiana dei prodotti commercializzati;

le linee programmatiche del Ministro delle Politiche Agricole espresse al Parlamento volte, tra l’altro, al contrasto a livello europeo e mondiale dell’Italian sounding in quanto fenomeno ingannevole e scorretto che danneggia la nostra cultura e tradizione e vanifica il sacrificio dei nostri operatori abusando del buon nome del nostro Paese;

ACCERTATO che a fronte di queste importanti premesse mancano ancora atti conseguenti, anzi é recente la denuncia di una nuova vicenda di utilizzo improprio di risorse pubbliche da parte della “Società italiana per le imprese all’Estero – SIMEST s.p.a.” (società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico) destinate a finanziare direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del Paese;

RILEVATO CHE:

le operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della SIMEST, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione”del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy;

non può essere taciuto che il sostegno di SIMEST si indirizza ad investimenti in attività di delocalizzazione che oltre a costituire occasioni di concorrenza sleale ai prodotti italiani sottraggono colpevolmente opportunità di lavoro ed occupazione al sistema Italia;

dopo il caso dell’azienda casearia Lactitalia, attendendo invano interventi correttivi, Coldiretti ha denunciato anche il caso Parmacotto in cui risulta la partecipazione della SIMEST;

il Gruppo Parmacotto con il supporto di SIMEST ha già avviato negli Stati Uniti un progetto che ha portato all’apertura di un punto vendita monomarca a New York e prevede di strutturare una vera e propria catena di locali caratterizzati dall’offerta di prodotti Italian sounding;

nei punti vendita già aperti nei diversi Stati, nell’Unione europea e negli Stati Uniti, dedicati alla salumeria tradizionale italiana, segmento di eccellenza del Made in Italy e sinonimo di qualità e genuinità, si vendono alimenti realizzati con ingredienti e materie prime non italiane confezionati sul posto con etichette e marchi che evocano prodotti tipici della gastronomia italiana e delle specialità regionali;

solo leggendo alcuni nomi dei prodotti venduti all’estero nei due casi citati (bresaola, finocchiona, salame toscano, soppressata, pecorino, toscanella) è evidente il danno che viene prodotto evocando denominazioni di territori e di prodotti che sono il frutto di secoli di storia, tradizione, impegno diligente della nostra gente;

l’Italian sounding ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all’anno;

RITENUTO che é necessario porre fine a questa situazione insostenibile e deprecabile che risulta, peraltro, del tutto incoerente rispetto alle linee di azione e ai dichiarati del Governo sopra riportati.

ACCERTATO invece che alla valorizzazione e alla promozione del vero Made in Italy, assistiamo ad una vera e propria svendita della nostra economia e dei nostri territori, che rischia di danneggiare irrimediabilmente il nostro vero grande patrimonio;

TENUTO CONTO di quanto sopra evidenziato e considerata l’importanza delle tematiche esposte dalla Federazione Provinciale Coldiretti di Ragusa di cui se ne condivide l’azione portata avanti;

FA VOTI ED IMPEGNA

il Governo Nazionale, tramite i Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, affinchè vengano poste in essere tutte le azioni ed iniziative necessarie per tutelare il “vero Made in Italy” e per porre rimedio ai gravi fatti esposti in premessa che rischiano di danneggiare irrimediabilmente i produttori, le imprese ed i consumatori.

Il presente ordine del giorno, qualora approvato dalla civica assise, dovrà essere inviato al Governo Nazionale, ai Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, alla Confederazione Nazionale Coldiretti – segreteria organizzativa (Via XXIV Maggio n. 43 – 00187 Roma) e alla Federazione Regionale Coldiretti ( Via Resuttana n. 352 – 90100 Palermo).

IL CONSIGLIERE COMUNALE PROPONENTE
Paolo Nigro

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