PD: NUOVI POVERI, IL COMUNE DI RAGUSA GARANTISCE “VERO AIUTO” O SI TRATTA DI “STERILE ASSISTENZIALISMO”?

Il coordinamento delle donne del Partito Democratico di Ragusa esprime la propria solidarietà alle famiglie che in questo momento vivono situazioni di estrema difficoltà. Riteniamo che in questi anni la globalizzazione ed il liberismo sfrenato abbia creato le condizioni perché crescessero le disuguaglianze e le esclusioni, causando un aumento della povertà. Durante l’ultimo anno la povertà si è allargata sempre di più, coinvolgendo famiglie e persone tradizionalmente estranee al fenomeno. Sono stati definiti i “nuovi poveri”: magari si tratta di persone che hanno una casa ma con un lavoro precario che crea instabilità economica e sociale.
Dall’XI° rapporto curato dalla Caritas e dalla fondazione Zancan su povertà ed esclusione sociale si registra al Sud un aumento del 74% della povertà. Anche a Ragusa questo fenomeno è in forte crescita. Infatti, solo nei primi dieci mesi dell’anno sono il 7% in più le famiglie ragusane che vivono con un reddito pari zero. Se a queste aggiungiamo i “nuovi poveri”, la situazione diventa drammatica.
“Non riusciamo a comprendere – dice Giancarla La Cognata, portavoce della Conferenza permanente delle donne – come mai i cittadini in difficoltà, come risulta dal protocollo d’intesa tra l’Amministrazione comunale con l’associazione San Vincenzo De Paoli, debbano rivolgersi direttamente al sindaco che dovrà valutare le richieste per dare ciò che chiedono le famiglie bisognose. Come mai non sono i Servizi sociali del Comune ad occuparsene? La gestione di queste problematiche potrebbe essere affidata alle assistenti sociali che possiedono le relative competenze e riescono ad individuare e conoscere le famiglie in difficoltà. A questo punto la domanda sorge spontanea: è un vero aiuto? Oppure si tratta di un’altra umiliazione? Vale a dire un modo clientelare per scambi elettorali? Ci auguriamo che non si tratti di nulla di tutto questo perché non farebbe onore a nessuno, anzi potrebbe far pensare ad un utilizzo del bisogno delle persone, quindi una circostanza deplorevole. Noi pensiamo che occorre andare oltre l’assistenzialismo sterile ed iniziare a cercare soluzioni a lungo termine che diano risposte concrete, con un monitoraggio costante per comprendere l’evolversi della situazione di estremo disagio sociale ed economico”.

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