L’ennesimo scippo della Regione Sicilia a Ragusa.

Per l’ ennesima volta le distorsioni programmatiche del PSR 2007-2013 nei confronti del territorio ibleo ed in particolare per il territorio del Comune di Ragusa. Con la redazione di questo PSR si è creata una vera e propria disparità di trattamento per l’erogazione di finanziamenti alle aziende agricole. Tutte le aziende agricole ricadenti nel territorio del comune di Ragusa non possono partecipare ad alcuni bandi del PSR.
Nel particolare vengono estromessi da qualsiasi forma di aiuto comunitario le aziende agricole che vogliono investire in indirizzi agrituristici, in produzione di energia da fonti rinnovabili e nella diversificazione degli indirizzi produttivi tradizionali.
Di fatto sono state ammesse agli aiuti i comuni capoluogo di Enna e Caltanissetta e invece è stata negata la possibilità di partecipazione al comune capoluogo Ragusa; con la conseguenza del mancato introito di decine di milioni di euro nelle casse delle aziende ragusane che potevano utilizzarle per investimenti negli indirizzi cui sopra.
Oggi è attuale la impossibilità di partecipare alla misura 311 alle aziende agricole che vogliono dotare di strutture di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaico) che prevede un contributo comunitario a fondo perduto pari al 75% del costo dell’ impianto.
“Con questo scellerato meccanismo – denuncia Ignazio Abbate, presidente dell’Unsic – di fatto si creerà una concorrenza sleale all’ interno dello stesso territorio provinciale fra aziende agricole, che potranno usufruire, da una parte energia elettrica a bassissimo costo e dall’ altra invece no.
Tutto questo denota l’ inefficacia dei provvedimenti legislativi emanati dalla Regione Sicilia che non rispondono minimamente alle esigenze del territorio, che di fatto rilegano la Regione Sicilia
all’ultimo posto fra quelli che sfruttano i fondi comunitari per lo sviluppo.
Questa nostra ulteriore denuncia vuol far emergere l’ inefficacia di questo PSR, che risponde vagamente alle esigenze del mondo produttivo agricolo regionale, che necessita fin quando è possibile di miglioramenti”.

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