Lo sapevate che l’esercito dei vegetariani italiani è formato da quasi cinque milioni di persone, che hanno scelto di eliminare dalla propria dieta carne e pesce ?
La dieta vegetariana esclude – in tutto o in parte – gli alimenti di origine animale e può essere più o meno rigorosa: nella dieta vegetariana ‘classica’ sono esclusi carne e pesce ma si possono mangiare uova e latticini, banditi invece nella dieta vegana, che esclude tutti i derivati animali.
Questi modelli alimentari, al di là delle considerazioni di tipo etico, presentano sia lati positivi sia negativi dal punto di vista salutistico.
Le diete vegetariana e vegana, essendo priva di carne, proteggono nei confronti di alcune delle cosiddette ‘malattie del benessere’, quali le patologie cardiovascolari, il diabete, l’obesità e alcuni tipi di cancro.
Eliminando la carne e il pesce, inoltre, si evita di ingerire le sostanze tossiche e inquinanti presenti nella catena alimentare o i farmaci antibiotici e anabolizzanti usati nei mangimi.
La dieta vegetariana può comportare delle carenze di ferro (con conseguenti anemie) e proteine. Il calcio può essere introdotto mangiando uova, mentre la mancanza di proteine animali può essere compensata con legumi e frutta secca. Per integrare il ferro, invece, si consiglia di aggiungere alle verdure del succo di limone.
La dieta vegana presenta inoltre una carenza di calcio, vitamina D e vitamina B12 (la cui mancanza comporta anemia, vertigini, difficoltà di concentrazione, perdita della memoria, debolezza).
I vegani devono introdurre queste sostanze tramite alimenti vegetali fortificati, come ad esempio il latte di soia arricchito con vitamina D o B12.
A scegliere la dieta vegetariana sono soprattutto le donne (72,% contro 5,3% degli uomini) e tra le fila dei vegetariani si contano anche numerosi giovanissimi (il 13,5% ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni).
I perché di una scelta così radicale sono di diversa natura. Per quasi la metà dei vegetariani una dieta senza carne fa bene alla salute e non è una teoria senza fondamento. Sono sempre più numerose le ricerche scientifiche che confermano che consumare meno carne rossa a vantaggio di frutta e verdura possa ridurre il rischio di sviluppare alcune malattie.
La metà dei tumori all’ intestino si potrebbe evitare semplicemente limitando a 500 grammi alla settimana il consumo di carne rossa,infatti la metà dei casi di tumore all’intestino sarebbero collegati direttamente ad una scorretta alimentazione.
Ma i motivi che spingono ad eliminare la carne non sono legati solo ai rischi per la salute. Un cospicuo numero dei vegetariani ha scelto di fare a meno della carne soprattutto per un’ideologia animalista. E gli altri?
Accanto a queste due motivazioni cresce chi è convinto che mangiare meno carne si traduca in un minore inquinamento. Un’alimentazione che privilegia i prodotti offerti dalla natura sarebbe più ecosostenibile e avrebbe un minore impatto ambientale. Anche questa teoria trova largo consenso negli studi più recenti,che hanno posto l’accento proprio sull’impatto ambientale degli allevamenti di bestiame: quasi la metà dei gas serra prodotti dall’uomo viene emessa dagli allevamenti industriali di bestiame.
Anche il trasposto del bestiame e dei prodotti, la produzione agricola o industriale incidono notevolmente sulle emissioni di gas.
La dieta vegetariana. La rubrica medica a cura del dottore Federico Mavilla
- Dicembre 5, 2011
- 8:24 pm
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