Stadio, il presidente del Modica: “Un terreno infame”. Si spera nel “Vincenzo Barone”

Il rettangolo di gioco del Polisportivo Caitina è irrecuperabile. Domenica, contro il Due Torri, ancora una volta, è emerso tutto il disagio delle due squadre in campo, a maggiore ragione il Modica che, finalmente, presentava una formazione molto tecnica. Ma un terreno di gioco così non da ragione a chi ha piedi buoni. La nuova società si sta interessando per rimettere in sesto il campo ma l’obiettivo irraggiungibile. Nei giorni scorsi il presidente, Piero Cundari, ha interpellato un esperto. “Si tratta di un tecnico – spiega il patron – che ha curato molti stadi in Italia. Purtroppo le sue conclusioni non sono confortanti. Su questo terreno c’è poco da fare. E’ necessario rivoltarlo, rifare le opere di drenaggio”. Tutte cose, insomma, che si sapevano ma che, si sperava, potessero essere risolte in altro modo. Nemmeno le tre settimane di pausa del campionato, a fine andata, basterebbero a rimetterlo in sesto. “Stiamo cercando qualche stadio alternativo – dice ancora Cundari –. Abbiamo chiesto al Comiso ma il loro campo dovrà essere riseminato, a Scicli è in terra battuta, l’Aldo Campo di Ragusa è utilizzato da diverse società. Purtroppo i nostri tifosi devono sapere che qualche gara interna la dovremo giocare altrove”. A meno che il vecchio “Vincenzo Barone” non sia messo nelle condizioni di utilizzo. I tempi di “restauro” si sono allungati anche se l’assessore provinciale, Mommo Carpentieri, segue personalmente i lavori. “Abbiamo un ritardo, per il maltempo, di 12 giorni – spiega quest’ultimo -. Contiamo di non andare oltre il sei gennaio. Ho già avuto contatti con Cundari al quale ho dato la nostra disponibilità”. Il “Barone è stato allungato di tre metri(105) e allargato di dieci(55). E’ stata, in sostanza, eliminata la tribuna B dove saranno collocate le panchine. Il problema è la Tribuna ospiti(C) che per motivi di sicurezza sarà ridotta. Ci sarà anche una tribuna stampa coperta che sarà dedicata al collega Giorgio Buscema.

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