Giudice incompatibile. Modica, si blocca il processo-bis per la morte di padre Basile

Si è arenato il secondo processo penale per la morte di Don Rosario Basile, parroco della Catena. Nel breve volgere di tre mesi, il procedimento è stato rinviato. Stavolta è stato il giudice, Lucia De Bernardin a dichiararsi incompetente poiché aveva celebrato il precedente dov’erano imputati l’investitrice del prelato, già condannata, e un medico dell’Ospedale Maggiore, invece assolto. Gli atti, dunque, sono stati restituiti presidente del Tribunale che dovrà nominare un nuovo magistrato giudicante. In questo caso, imputati sono due infermieri del nocosomio. Successivamente alla prima inchiesta, infatti, la Procura della Repubblica aveva avviato una seconda indagine con l’iscrizione nel registro degli indagati dei due infermieri in servizio nella divisione ospedaliera quando fu ricoverato l’anziano sacerdote, gli stessi contro i quali aveva lanciato accuse, un parrocchiano che la notte aveva assistito il suo parroco. I due operatori sanitari dovevano essere interrogati durante il processo contro l’investitrice e il medico, ma avendo appreso di essere indagati, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, come consigliato loro dal difensore, l’avvocato Francesco Riccotti. La sera prima della morte, il sette dicembre 2006, Padre Basile era stato vittima di un incidente, avvenuto in Via Gerratana. Il 14 gennaio 2007, la Procura fece riesumare il cadavere per l’autopsia. Il parrocchiano, durante la cerimonia funebre, al microfono non lesinò accuse anche contro gli infermieri che, aveva raccontato, quando il prete lamentava dolori gli avrebbero “suggerito” di pregare e non avevano ritenuto necessario chiamare il medico di turno nella divisione.

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