Era ai “domiciliari” ma andava a spasso. Condannato ultrasettantenne pozzallese ma resta in carcere

Ha “incassato” una nuova condanna, stavolta a dieci mesi di reclusione, il settantenne pozzallese, Giovanni Giardina, che ieri mattina è stato processato per direttissima dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, lo stesso magistrato che alcuni giorni fa aveva convalidato l’arresto e mantenuto la custodia cautelare in carcere. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Enzo Gurrieri, in apertura di udienza ha presentato richiesta di potere accedere al giudizio del patteggiamento, per la quale non c’è stata opposizione del pubblico ministero, Diana Iemmolo. La pena concordata è stata, appunto, di dieci mesi che si va ad aggiungere ai sei rimediati pochi mesi fa quando fu arrestato e condannato, in concorso con un coetaneo, per furto. Il difensore, in conclusione, ha chiesto una misura restrittiva meno afflittiva come gli arresti domiciliari. Il giudice si è riservato in questo senso. Giovanni Giardina si trovava proprio ai domiciliari che aveva ottenuto a seguito della condanna dello scorso cinque ottobre, ma aveva deciso di uscire di casa lo stesso. Era stato visto da una pattuglia dei carabinieri che lo aveva arrestato. Al magistrato aveva dichiarato di essere uscito per fare delle commissioni, ovvero andare in banca a prendere dei soldi, per poi recarsi in ricevitoria per giocare al Lotto e quindi in pescheria per acquistare del pesce, ignorando, insomma, che, eventualmente, era necessario il permesso del magistrato dal momento che aveva da poche settimane ottenuto gli arresti domiciliari dopo la condanna per il furto di circa duecento chilogrammi di uva quando fu bloccato, insieme ad un amico a Ispica. L’anziano, al momento, resta nel carcere di Modica Alta.

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