Sciopero generale del Pubblico Impiego, scuola, università poste italiane ed energia. CGIL,CISL e UIL del comparto si riuniscono nell’atrio di Palazzo dell’Aquila.

Dopo lo sciopero generale del 12 dicembre è toccato oggi ai lavoratori del pubblico impiego, della conoscenza, delle Poste Italiane e dell’Energia.
Tutti raccolti nell’atrio di ingresso di Palazzo dell’Aquila a Ragusa, viste le pessime condizioni del tempo, ( era in programma un sit in davanti al palazzo del Governo in Via Mario Rapisardi) i rappresentanti e gli iscritti dei sindacati unitari di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa di Ragusa che hanno aderito oggi allo sciopero generale del lavoro pubblico per l’intera giornata lavorativa.
Presenti anche i tre segretari generali di CGIL,CISL,UIL Avola, Romeo e Bandiera.
Al centro della mobilitazione unitaria, la richiesta di modificare il decreto Salva Italia, prodotto dal Governo Monti, al fine di ottenere: una riforma della previdenza che non sia scaricata sulle spalle di lavoratori e pensionati; misure che colpiscano per la prima volta evasione e grandi patrimoni; una riforma fiscale che alleggerisca la tassazione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione; una riqualificazione della spesa pubblica che consenta di trovare le risorse per la crescita e per il rinnovo dei contratti senza penalizzare ulteriormente il welfare locale e la sanità e che eviti pasticci sulla ristrutturazione delle istituzioni centrali e locali, come nel caso delle province; l’eliminazione degli ulteriori tagli alle autonomie locali; una riorganizzazione degli enti, anche quelli previdenziali (come il super – Inps), attraverso una vera contrattazione che garantisca la tenuta occupazionale e punti al miglioramento dei servizi e non a una mera operazione ragionieristica.
Insomma anche per i segretari generali del comparto di Ragusa ( Aldo Mattisi della FP CGIL, Gianfranco Marino della CISL FP, Lucia Saddemi della UIL FPL ed Enzo Di Pasquale della UIL PA) non possono pagare sempre “i soliti noti”.
Ci si trova di fronte ai contratti del pubblico impiego bloccati e oggetto di erosione rispetto al costo reale della vita nel mentre i servizi vengono decurtati a detrimento delle fasce sociali più deboli. E’ necessario un cambio radicale di rotta perché la manovra possa non solo diventare equa ma dimostri, sul piano dell’eguaglianza tra cittadini, di essere civile e democratica.

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