Protesta insuale a Ragusa. Sull’albero di Natale: “Sindaco licenzia gli assessori”

Non potevano resistere alla tentazione di decorare quell’albero di pino, nudo e scarno, spuntato a piazza Pola da una settimana. Un albero di Natale, singolare, perché privo delle classiche palle, e delle luminarie. Qualcuno da giorni lo chiamava, in dialetto, “a maccia”. Sabato sera, alcuni residenti e commercianti di Ibla, si sono dati appuntamento davanti a quella che doveva essere una delle decorazioni offerte dal Comune di Ragusa per “abbellire” il quartiere barocco.
Al posto delle palle di Natale, i dissidenti hanno appiccicato biglietti di carta, con scritte in nero, dal tono accusatorio. Ce n’è per tutta l’amministrazione Dipasquale tutta. L’oggetto è l’aver dimenticato Ibla, cenerentola esclusa dalle “magie del Natale”. Il bello è che il gruppo di cittadini ed esercenti, dopo aver lasciato i biglietti, sono andati tutti insieme in pizzeria. All’uscita, intorno alle 23.30 di sabato, sono tornati sul luogo del misfatto: grande sorpresa, perché i biglietti non c’erano più. “Qualche amico del sindaco li ha tolti”, ha detto qualcuno a denti stretti, immaginando chi potesse essere il traditore. Ieri mattina una nuova spedizione in Piazza Pola ha permesso di rimettere sui rami del pino, sempre disadorno, e privo di lucine, i biglietti, che stavolta, sono stati stampati con formato ancora più grande e con parole in caratteri ancora più grossi di quelli della sera prima. “Amministrazione comunale indegna di Ibla”, “assessorato alle luminarie natalizie de profundis”, “Non meritate Ibla, lasciateci a un altro Comune”. Frasi anche dai toni separatisti, che fanno pensare ai tempi in cui i sangiorgiari litigavano con i sangiovannari: “Ibla patrimonio Unesco potrà conoscere un vero sviluppo solo se separata da Ragusa superiore”, oppure “A Ragusa superiore una pioggia di migliaia di euro, a Ibla nulla”.

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