ESISTE L’ANDROPAUSA? La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

Nell’uomo non c’è una brusca cessazione dell’attività riproduttiva come avviene nella donna con l’interruzione dei flussi mestruali (menopausa): potremmo quindi affermare “che l’andropausa in realtà non esiste, perché nel maschio non c’è un brusco STOP alla capacità procreativa”. Per questa ragione il termine scientifico più corretto per indicare l’andropausa è attualmente “SLOH” acronimo inglese che significa ” Symptomatic Late-Onset Hypogonadism” ovverosia ipogonadismo sintomatico ad insorgenza tardiva.
Indicativamente dopo i 50 anni, nel maschio le piccole arterie testicolari divengono progressivamente più rigide riducendo la portata di ossigeno al tessuto; inoltre il testicolo si impoverisce di cellule: il risultato è una ridotta secrezione di testosterone. Questo ormone, a causa dell’aumento delle proteine di trasporto nel sangue (SHBG ed albumina), è anche più difficilmente erogato nei tessuti periferici, divenendo di fatto più esiguo e meno efficace. Il risultato di queste modificazioni è quindi una ridotta disponibilità nell’organismo del testosterone totale e soprattutto della quota libera, ovverosia quella frazione “sganciata” dalle proteine di trasporto, che rappresenta proprio la forma attiva dell’ormone.
Per quanto riguarda la fertilità, con l’invecchiamento si assiste ad una riduzione progressiva del volume dei tubuli seminiferi e delle cellule di sertoli del testicolo, con scadimento della quantità e la qualità degli spermatozoi. La fisiologica involuzione della prostata e delle vescichette seminali, induce, inoltre, un degrado della qualità del plasma seminale che veicola gli spermatozoi. Tutto questo comporta una riduzione della fertilità che tuttavia può consentire il concepimento naturale. La diminuzione del tasso di testosterone si fa risentire su tutti gli organi bersaglio dell’ormone maschile, non solo quindi sulla vita sessuale.
Nel cervello: con riduzione dell’aggressività, della concentrazione, tendenza alla depressione, all’insonnia, riduzione o scomparsa del desiderio sessuale con diminuzione della frequenza delle erezioni mattutine, lesioni nervose che secondo alcuni possono favorire l’insorgenza della malattia di Parkinson o d’Alzheimer.
Nei muscoli : diminuzione del loro volume, affaticamento fisico crescente, stanchezza.
Nell’osso : impoverimento di Calcio (osteoporosi maschile), facilità di fratture.
Nel sangue: minore produzione di globuli rossi e conseguente anemia.
Nel sistema immunitario : diminuzione dei linfociti T e delle difese immunitarie contro le infezioni e le neoplasie.
Nel sistema cardiovascolare: secondo recenti dati l’impoverimento di testosterone nella terza età potrebbe aumentare il rischio di malattie cardiache di tipo ischemico (infarto).
La pelle diviene più sottile, più fragile, più secca, più rugosa, con diminuzione della pilosità.
Nei caratteri sessuali: riduzione del volume e della consistenza dei testicoli, perdita di elasticità dei tessuti del pene e ridotta funzionalità vascolare dei corpi cavernosi (impotenza), ridotta capacità secretoria della prostata e delle vescicole con conseguenti alterazioni dell’ eiaculazione, aumento del volume delle mammelle (ginecomastia) , perdita del pelo pubico.
In generale, ne deriva una sensazione di “malessere”, accentuata dalle modificazioni dell’ immagine corporea giudicate inestetiche (obesità, rughe, calvizie, macchie scure o pigmentate, rigidità e dolori articolari, etc…).
Quali soluzioni terapeutiche?
L’insufficienza di testosterone legata all’invecchiamento può essere compensata con un trattamento ormonale mirato a ristabilire un tasso normale di testosterone. Si rende sempre assolutamente necessaria una preventiva verifica delle condizioni prostatiche. Infatti le vere controindicazioni al trattamento integrativo con testosterone sono: la presenza accertata od anche sospetta di carcinoma prostatico (eseguire sempre una visita andrologica completa di ecografia e valutazione di una sostanza nel sangue denominata PSA (antigene prostatico specifico), situazioni di vera ostruzione urinaria dovuti ad un eccessivo volume prostatico, oggi molto rare in quanto molti farmaci, se usati in tempo utile , possono controllare agevolmente la crescita del volume e i problemi urinari che ne derivano.
Da sottolineare che non esiste nessun limite di età oltre il quale il testosterone sia inutile o dannoso. La forma di testosterone transdermico in gel, che consente il rapido passaggio dell’ormone attraverso la pelle, è attualmente la migliore, sia perchè consente di somministrare ogni mattina dosi fisiologiche di ormone evitando accumuli in eccesso, sia perchè è del tutto evitato il metabolismo epatico del farmaco.
Raramente l’applicazione del testosterone transdermico può determinare allergie cutanee: in questi casi si preferisce allora il trattamento iniettivo o mediante pillole.
La terapia in gel può essere associata vantaggiosamente anche ad altre terapie andrologiche, ripristinando nella stragrande maggioranza dei casi un rinnovato vigore – non solo sessuale – di grande impatto positivo sulla qualità di vita ed una sensazione generale di benessere.
Il trattamento con testosterone, naturalmente, in qualsiasi forma farmacologica deve sempre essere eseguito sotto controllo medico specialistico.

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