L’OSSERVAZIONE DAL BASSO………DI DIRETTORE. LA CONSEGNA DELLA SCHEDA ELETTORALE E IL SUO VALORE SIMBOLICO

La protesta pacifica di Concetta Spadaro, la donna che si è presentata nel gabinetto del sindaco di Modica per consegnare la sua scheda elettorale, mi offre lo spunto per due osservazioni. La prima. Il valore simbolico del gesto. Il fatto che una cittadina consegni la scheda elettorale non può essere interpretato come mero gesto di rinuncia al voto, ma è il segno di uno “stato di disagio” collettivo molto più profondo che nasce dalla perdita di credibilità della politica e delle istituzioni che la rappresentano. Quando si sostiene che il voto del cittadino serve per cambiare le cose, si fa una affermazione vera e condivisibile, perché se un cittadino, ad esempio, è scontento del centrodestra, andando alle urne ha la possibilità di votare centrosinistra, e viceversa, e, così, contribuire al cambiamento. Se non va a votare, rischia, invece, di contribuire a lasciare le cose tali e quali. Ma nel caso del gesto della donna modicana, il valore simbolico della sua protesta credo consista nell’evidenziare il “totale fallimento” della politica italiana.

Nel nostro Paese, infatti, si è registrato, negli ultimi 18 anni, un’alternanza tra centrodestra e centrosinistra senza che si sia verificato un effettivo cambiamento: così come oggi sono cadute le “ragioni” di un impegno politico, sembrano stiano cadendo anche le ragioni del “voto politico”. Cosa molto grave! Il messaggio che, dunque, ho colto nel gesto della sig.ra Spadaro è il seguente: il problema non è più di schieramenti politici che tentano governi migliori, ma è in discussione “l’ontologia” della politica stessa come “arte di governo”, se perfino, come è accaduto a Salemi, Vittorio Sgarbi, sicuramente in modo provocatorio, ha addirittura bandito un concorso pubblico per la carica di vicesindaco. Consegnare la scheda è come dire: “non vado a votare non perché non credo nel voto come diritto-dovere in uno paese democratico scegliendo coloro che mi debbono rappresentare, ma perché la politica ha trasformato questo diritto-dovere in un “esercizio inutile” in quanto tutti coloro che siedono in parlamento, da destra al centro a sinistra, sono stati tutti “nominati” dai loro segretari politici. Se è la politica a decidere, indipendentemente dal voto, chi deve sedere in parlamento, perché io cittadino devo recarmi alle urne? Per ratificare quello che tu politica hai deciso? Il cittadino, stanco di tutto ciò, dice: “non ci sto, ti consegno la scheda e non vado a votare”. Credo non abbia tutti i torti!

E vengo alla seconda osservazione. L’individualità del gesto e le critiche ingiuste e superficiali. Qualcuno ha considerato la protesta della donna modicana una “commedia alla napoletana”, una “sceneggiata da baraccone”, un “servizio inconscio a qualche padrone”. Tutte critiche legittime e che attengono alla libertà del pensiero, ma che a mio giudizio hanno guardato l’esteriorità del gesto in sé, non il valore simbolico che esso doveva rappresentare. Qualcuno pensando al simbolo, sta forse riferendosi a qualcosa di concettuale. Così non è. Simbolo è un termine che viene dal greco syn-bolon, che significa “messo-insieme”. E allora, di fronte al decadimento morale, civile e culturale che sta toccando tutta la politica italiana nei suoi schieramenti, chiaramente con responsabilità diverse, se tutti i cittadini italiani “indignati” “mettessero-insieme” le loro schede elettorali per consegnarle, come ha fatto la Spadaro, ai sindaci delle loro città, forse si darebbe alla politica uno scossone non di poco conto.

Purtroppo il gesto di protesta della sig.ra Spadaro non potrà avere alcun peso specifico perché individuale e isolato e perfino anche dileggiato. E’ servito probabilmente a smuovere le coscienze intorpidite, nella speranza che possano esserci altri gesti di emulazione. Sono convinto infatti che se il Governo Monti non cambierà l’attuale legge elettorale, saranno in molti, al di la del gesto della donna modicana, a non recarsi alle urne nelle prossime competizioni.

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