“Il PD è un partito ancora con difficoltà a sintonizzarsi con la gente, con i cittadini. Anche in ambito locale è un partito che stenta ad avere un progetto politico e non può continuare lo scaricabarile delle colpe, la cultura degli alibi, l’additare responsabilità e di conseguenza trovare giustificazioni sulla base di una inversione della sussidiarietà verticale. Tutto ciò non può continuare perché il PD è un partito federalista, al cui interno devono essere i territori a proporre ed a scegliere programmi ed alleanze che li riguardino senza aspettare imprimatur da nessuno. Il PD è un partito in crisi ma, ironia della sorte, non ha eguali nel panorama politico attuale per intelligenze e potenzialità umane che sono presenti al suo interno. Non si riesce, però, ad incanalarle in un progetto politico nuovo ed alternativo alle disarticolate iniziative del centro destra. L’obiettivo primario che dobbiamo prefissarci, tutti, non può essere quello di risolvere gli equilibri interni. La struttura, l’organigramma del partito è soltanto il mezzo per raggiungere il fine di soddisfare le esigenze dei cittadini. Per fare questo occorre innanzitutto una analisi approfondita del territorio, partendo dalla constatazione di quello che siamo stati per chiarire quello che siamo e stabilire quello che vorremmo essere. Il centro destra non fa analisi sul passato, per il presente si basa sui bisogni immediati della gente e non ha un progetto politico per il futuro. Lo scenario di previsione dello sviluppo, fotografato dai dati Unioncamere, prevede tassi di crescita medi annui nel periodo 2008-2011 allarmanti per la provincia di Ragusa: in Italia si prevede un valore aggiunto dell’1,3, nel Mezzogiorno lo stesso dato scende all’1,1, ancora minore è quello riguardante la Sicilia l’1,0, mentre la provincia di Ragusa dovrebbe attestarsi soltanto allo 0,5. Non possiamo più parlare di isola nell’isola, perché mentre continuiamo a cullarci con le definizioni il declino si fa sempre più prossimo. La provincia di Ragusa, secondo una analisi condotta sulla qualità della vita nel 2007 da Il Sole 24 ore, è il fanalino di coda per servizi, ambiente e salute, maglia nera per la dotazione infrastrutturale e buona ultima per gli indicatori ambientali, secondo le stime di Legambiente. Ed in ambito regionale non va certamente meglio perché, anche grazie ad una pubblica amministrazione allo sfascio, fra le regioni dell’Ue comprese nell’obiettivo 1 la Sicilia è quella che è cresciuta meno di tutte, con un tasso di crescita medio annuo del pil pro capite 1995-2005 soltanto del 2,8. Un partito come il Pd dovrebbe intervenire autorevolmente per correggere il tiro, predisponendo un proprio programma di sviluppo che rappresenti i bisogni e le esigenze della comunità. Gli esponenti politici del centro destra sono più popolari, più inseriti fra la gente. E’ vero che godono del vantaggio di esercitare un potere clientelare che rende più semplice la loro attività politica, ma questo non può esimerci dall’intervenire mettendo da parte una sorta di rassegnazione diffusa. In questi mesi, anche a causa dei problemi organizzativi interni al partito, siamo stati distanti dai cittadini e dai loro problemi. Dobbiamo organizzarci ed affrontare, magari per aree tematiche, le grandi questioni che riguardano la Sicilia e la provincia di Ragusa ponendoci tutta una serie di interrogativi per tentare di dare loro una risposta. Sulle infrastrutture non possiamo uscircene additando tutta la colpa al centro destra, colpa che indubbiamente ha, se non siamo certi di avere fatto tutto il possibile per predisporre un progetto valido di intermodalità. Sulla grande opportunità di sviluppo rappresentata dall’istituzione dell’Area di libero scambio siamo poco preparati ed anche qui non basta affermare che il centro destra non ha fatto nulla se non abbiamo svolto il compito di vera alternativa propositiva. Sul Ponte quale è la posizione del PD di Ragusa? Sul problema energetico siamo per l’eolico e per altro? Vogliamo o no i termovalorizzatori? Sulla sanità quali sono le proposte del PD di Ragusa: accettare supinamente i tagli imposti dal governo regionale o chiedere anche una riqualificazione dell’offerta sanitaria? Siamo in grado di proporre una legge di riorganizzazione del settore turistico? Solo da risposte chiare a questi quesiti possono venire fuori i discorsi sulle future alleanze, senza preclusioni o schematismi”.
L’onorevole Ammatuna: “solo da risposte chiare sulle cose da fare possono venire fuori i discorsi sulle future alleanze, senza preclusioni o schematismi”.
- Luglio 21, 2008
- 9:02 am
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