L’A.I.A.S. E IL MOVIMENTO DEI FORCONI CHIAMANO ALLA MOBILITAZIONE L’INTERA SICILIA. La riflessione di Ballarò

Proclamato da qualche settimana, l’associazione imprese autotrasportatori siciliani ed il movimento dei forconi che raggruppa diversi produttori agricoli siciliani, sotto la nuova sigla “forza d’urto”, da lunedi 16 a venerdi 20 gennaio presidieranno i siti produttivi nevralgici dell’isola e le principali arterie stradali per protestare ancora una volta contro un governo centrale e regionale che da anni promettono interventi volti ad evitare il fallimento delle imprese d’autotrasporto e delle aziende agricole siciliane, regolarmente non mantenuti.
Giuseppe Richichi, battagliero presidente dell’AIAS e Mariano Ferro, leader dei forconi , movimento che raggruppa molti produttori agricoli, invitano tutti i siciliani a solidarizzare con la loro protesta, che in realtà vuole esprimere l’indignazione d’un intero popolo da sempre gabbato da promesse non mantenute ed oggi, oggettivamente impossibilitato ad andare avanti con quella dignità che non è svendibile per nessun lavoratore.
Auspico che questa manifestazione abbia il successo sperato dagli organizzatori, perché obiettivamente,sia le imprese di trasporto che quelle agricole sono al reale fallimento da anni ed oggi, con i quotidiani aumenti dei carburanti è divenuto davvero impossibile continuare a fare impresa in questi settori.
Si abbassino le accise, si prevedano prezzi particolari dei carburanti verso quei soggetti d’impresa per i quali il gasolio rappresenta la materia prima della loro attività, ma si faccia finalmente non con le solite ipocrite e meschine promesse ma con la convinzione che sia un atto imprescindibile per salvare migliaia di aziende dal fallimento certo.
Noi cittadini, abbandoniamo per una volta la cultura del proprio orticello per guardare più lontano, perché se non si risolvono i problemi generali della Regione, anche il nostro personale interesse troverà la sconfitta.
Auspico al contempo che non abbiano a verificarsi atti che spesso caratterizzano certe manifestazioni di protesta, quali l’imposizione della solidarietà ove non sentita.
Con la speranza che finalmente chi di dovere si renda conto che siamo davvero al capolinea, si assumano quei giusti provvedimenti per impedire il temuto tracollo di tutta l’economia isolana.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa