Comune di Comiso. Dichiarato il dissesto finanziario. Polemico l’ex sindaco Digiacomo

Il consiglio comunale di Comiso ieri sera ha approvato l’atto. Il “buco” è di oltre 24 milioni e 500 mila euro. Il sindaco, Giuseppe Alfano, ha paragonato il Comune  alla nave Costa Concordia, pilotata in precedenza, da chi l’ha portata sugli scogli facendola incagliare.
L’on. Pippo Digiacomo è tra i primi a polemizzare. “Come avevamo previsto nel novembre del 2008 all’interno del libro bianco tuttora pubblicato, il comune di Comiso era destinato a fallire: smantellando l’ufficio tributi e tasse, bloccando per interessi privati il Piano Regolatore, procedendo a una stabilizzazione alla cieca senza le coperture finanziarie adeguate, spendendo come pazzi per feste, festini, staffisti, contributi e prebende, il danno si profilava irreversibile. Davanti a un tale disastro Alfano non trova di meglio da dire che la colpa è di chi lo ha preceduto. Il solito vecchio disco rotto, pieno di disinvolte imposture e analogo a quello più nuovo che ci ha propinato a proposito dei voli e delle gare clandestine con Porsche e Ferrari, della presenza di pregiudicati per associazione mafiosa dentro l’aeroporto, del sacco di Cava Porcaro, dell’incendio del Palaroma, della distruzione del verde pubblico, della spazzatura in mezzo alle strade, della paralisi dei servizi, della paralisi degli uffici e così via dicendo. Ma che razza di uomo politico è questo sindaco Alfano, che gioca con un comune importante e prestigioso come il ragazzino col trenino elettrico che smette di tormentare solo quando lo ha completamente sfasciato? Quello che noi abbiamo fatto per la nostra amata Comiso in dieci anni è sotto gli occhi di tutti e nel cuore dei comisani: cento opere pubbliche, aeroporto, una rete di servizi alla città tra le più capillari del Mezzogiorno e di notevole valenza qualitativa, lavoro, ricchezza e prestigio. Noi abbiamo speso, certo: basti pensare che il solo cofinanziamento del metano è costato 8 milioni di euro. E ciò con le normali difficoltà di cassa di tutti, dico tutti i comuni italiani. Ma il sindaco Alfano, quello del fallimento, che cosa ha realizzato in 4 anni d’amministrazione? Quali servizi? Quali opere pubbliche escluso un paio di “tortini” malriusciti in un paio d’incroci cittadini? Al contrario, non solo non ha costruito opere pubbliche e servizi pubblici, ma quelli che c’erano si è impegnato a distruggerli sistematicamente. In verità sarebbe arrivato il momento che le forze politiche responsabili, a prescindere del colore politico, staccassero la spina a questo vero flagello per Comiso e tentassero un difficile ma possibile lavoro di ricostruzione di una cittadina da cui non solo la provincia di Ragusa ma la Sicilia intera si aspetta ancora molto. Alfano non farà mai quello che con un minimo di dignità politica dovrebbe fare, e cioè dimettersi: lui è come quello che non ha niente da perdere. Ma Comiso no, ha ancora molto da perdere e con una nuova classe dirigente, seria, qualificata, impegnata ce la può fare”.

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