Shoah, oggi è la giornata della memoria

Ricordare. Una “scuola di memoria” come antidoto a “quei rigurgiti di negazionismo e antisemitismo, di intolleranza e di violenza che per quanto marginali sono da stroncare sul nascere”: è netto il messaggio di Giorgio Napolitano al Quirinale in occasione della giornata della memoria dell’Olocausto, che si celebra in Italia e in tutto il mondo a 67 anni dal giorno in cui le truppe sovietiche arrivarono ad Auschwitz.
Di fronte ad una platea folta di studenti, il presidente della Repubblica ha inquadrato il tema in prospettiva europea, invitando a non dimenticare i valori della Ue: il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti alle minoranze. “L’Europa è questo”, ha detto il capo dello Stato. E non bisogna dimenticarsene perché distratti dalla crisi finanziaria ed economica: “dobbiamo fare i conti con queste assillanti realtà, ma non perdiamo di vista il senso e i valori della costruzione europea”. Per il capo dello Stato le ragioni del nostro stare insieme “sono lì” in quel fondamento di pace e di civiltà su cui l’Europa ha trovato la sua unità ed è chiamata a far leva per il suo futuro”.

Napolitano si è commosso ricordando il suo viaggio ad Auschwitz, vent’anni fa, con Giovanni Spadolini, in rappresentanza del Parlamento italiano. Con la voce rotta, il presidente ha sospeso il suo discorso per qualche istante, per poi riprendere. La Shoah è stata una “tragedia dell’Europa”, ha aggiunto, ed occorre vigilare “contro ogni ricaduta nel nazionalismo, nella ricerca del nemico, nel rifiuto del diverso”.

Riprendendo le parole di Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane – che ha definito i negazionisti i “nuovi nazisti” e ricordato come la giornata debba essere un’occasione di riflessione condivisa che abbracci anche le altre vittime di quel periodo 2 – Napolitano ha lanciato un monito analogo: la giornata della memoria funga da riflessione su ogni tipo di discriminazione e razzismo, di ieri e di oggi.

Un messaggio altrettanto chiaro, con un preciso richiamo alle radici dell’Europa, è giunto da Mario Monti, che ha aperto in mattinata le celebrazioni. Il momento che Italia ed Europa stanno vivendo è molto delicato e “in questo contesto, più che mai, occorre vigilare perché rigurgiti di antisemitismo, xenofobia, intolleranza non intacchino i nostri valori fondanti, vanificando lo sforzo che tutti insieme stiamo compiendo per consolidare la nostra convivenza civile”, ha detto il presidente del Consiglio, celebrando la ricorrenza “che vede la comunità ebraica dolorosamente protagonista nel ricordo della disumana criminalità nazista che ha generato la tragedia della Shoah”.

Il ricordo della Shoah, sottolinea il premier, è alla base dei valori della Ue. “Il nostro Paese ha tratto insegnamento dagli errori e dagli orrori del passato e da questi ha costruito la sua identità sui valori di dignità umana, libertà, democrazia e uguaglianza: gli stessi valori sui quali è nata e si è rafforzata l’Unione europea”. E oggi più che mai, secondo il presidente del Consiglio, “la storia e la sua memoria chiedono l’impegno ed il coraggio di tutti ad ogni livello”.

Monti ricorda di avere avuto già modo di dire che “la crisi (ogni crisi, aggiungo) per essere superata in tutti i suoi gravi profili richiede di guardare in avanti con coraggio, con speranza, ma anche di riscoprire le proprie radici; lo ribadisco oggi, anche con maggiore forza. La memoria della Shoah”, dice ancora, “è la parte costitutiva di queste radici, ancoraggio che impedisce di abbandonare la meta, che resta sempre quella della pace, della giustizia, della libertà per ogni uomo e per ogni popolo”.

Le leggi razziali sono una pagina dolorosa per l’Italia, che con esse si rese complice della Shoah, ha detto Gianfranco Fini. Le leggi per la discriminazione delle razze restano “una macchia indelebile per il nostro Paese”, ha sottolinato il presidente della Camera. Celebrare la giornata della memoria è giusto, ha detto ancora Fini, “perché si tenga sempre presente l’Olocausto, ma soprattutto perché si immettano nella società italiana gli antidoti per evitare nuove forme di discriminazione, di razzismo, di odio tecnico e di odio religioso”.

Anche il presidente del Senato si è commosso: “Non possiamo, non dobbiamo dimenticare e non dimenticheremo”, ha detto Renato Schifani, ascoltando i racconti degli ex deportati nel campo di concentramento di Buchenwald. “Credo che venendo qui – ha aggiunto – si rimanga sempre senza parole, ogni frase è superflua. Ma abbiamo il dovere nei confronti dei giovani di trasmettere questi principi”.

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