Lettera aperta del vice coordinatore provinciale di Ragusa di IDV Claudio La Pegna sulla situazione del partito ibleo. Riceviamo e pubblichiamo

 Potere, dittatura, attaccamento alla poltrona. Una triade che di fatto ha dominato negli ultimi mesi la gestione e il coordinamento del partito di Italia dei Valori di Ragusa. Un coordinatore che non è stato capace di guidare, osservare e dialogare serenamente con le diverse anime e correnti che compongono il partito. Dal congresso a oggi, sono stati mesi costellati da tensioni, espulsioni illegittime, non avendo né gli strumenti né i motivi sostanziali per metterli in atto, e infine l’uscita da IDV del capogruppo consiliare di Vittoria (65,000 abitanti), Luigi Marchi e con lui il 90% dei tesserati. Una grave crisi ideologica e sostanziale attraversa il partito, ma di fatto vediamo quali sono stati i motivi che hanno portato a tale conclusione. In primis l’espulsione dal partito, non legittima, della giovane portavoce Chiara D’Avola. Infatti la notizia è apparsa a mezzo stampa, senza previa comunicazione e per futili motivi personali, più che politici. Il tutto s’innesca quando il coordinatore provinciale IDV, Giovanni Iacono, durante una conferenza stampa e in pieno periodo elettorale afferma che, a Comiso, intende dialogare sia con esponenti del PDL che del PD. In pratica, per Iacono, dialogare con gli uni o con gli altri aveva la medesima importanza. A seguito di queste gravi affermazioni da parte del coordinatore, la portavoce e alcuni esponenti dell’area ipparina si sono sentiti in dovere di prendere le distanze da Iacono, ribadendo altresì l’alleanza di IDV con il PD sia a livello nazionale, regionale e provinciale. La replica non si è fatta attendere: il vice coordinatore Avv. Pietro Savà e il consigliere comunale Martorana hanno firmato il comunicato stampa di espulsione, usando il pretesto che la portavoce era candidata in una lista civica che appoggiava il PD. Ma il tempo dà sempre ragione perché il partito di IDV, durante le amministrative di Comiso, non è riuscito a formare una lista e anzi si è unito con esponenti di altri partiti. Quindi è logica conseguenza che un libero cittadino possa candidarsi in una lista a lui più congeniale senza dover per questo essere espulso da un partito. Se l’Italia è una Repubblica democratica e IDV ha in seno alcuni valori come democrazia e giustizia, non si è capito perché al minimo dissenso si ricorre agli atti di forza. Forse perché il coordinatore Iacono ha concepito il partito come strumento per esercitare il proprio potere personale? In secondo luogo una grave crisi politica e amministrativa sta attraversando il Comune di Vittoria, con una verifica all’interno della giunta. In merito a ciò IDV ha deciso una turnazione di assessori durante i cinque anni di amministrazione. Ma anche qui “scoppiano” i distinguo. IDV era stato commissariato, dopo le dimissioni del segretario cittadino Donatello Buonuomo, e a prenderne le redini è stato Savà, attuale vice coordinatore provinciale IDV. Allo scadere della verifica di giunta ogni partito doveva fornire al sindaco una terna di nomi, affinché quest’ultimo potesse assegnare le deleghe a persone davvero competenti. La terna era composta da Luigi Marchi, da Claudio La Pegna e da Giuseppe Malignaggi(assessore in carica). Malignaggi non doveva essere inserito poiché era già in possesso di carica assessoriale da più di due anni. E invece, in spregio alle più elementari regole di democrazia, il commissario Savà ha eliminato dalla rosa dei nomi La Pegna e inserito Marchi che si era già dichiarato non disponibile a tale incarico. Quindi in barba all’assemblea cittadina indicava come nome di fatto solo Malignaggi Questo passaggio, non motivato, ha influito sulla decisione del Consigliere Marchi di lasciare IDV e di proclamarsi indipendente, causando così in un sol colpo la perdita dell’assessorato e del consigliere. Questa indipendenza è la riprova della mancanza di democrazia all’interno di IDV. Il coordinatore provinciale usa il partito a sua discrezione senza tenere conto delle diverse posizioni politiche e locali. È chiaro il fallimento di una classe dirigente incapace di gestire un partito, e il cui unico obiettivo è quello di tenere a bada i diversi dissensi con atti di forza. Si chiede, pertanto, con grande amarezza, di prendere atto della situazione che sta attraverso IDV in provincia di Ragusa. Che peccato! Un partito che inneggia alla legalità, risulta essere, in vero, pervaso da istinti di primordiale sconcertante sopraffazione.

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