Tumino capogruppo consiliare al Comune di Ragusa. Massari e Barrera non lo condividono

La determinazione da parte della segreteria del Partito Democratico di indicare come capogruppo il consigliere Alessandro Tumino delinea un partito chiuso dentro i confini di quella maggioranza che dopo il congresso si è coalizzata attorno al segretario e da corpo all’idea di un partito che concepisce la gestione unitaria come uniformità ed adeguamento acritico delle varie componenti alla linea della maggioranza. Così la pensano i consiglieri comunali di Ragusa Giorgio Massari e Nino Barrera, dopo che il loro partito ha deciso di affidare a Tumino, per l’appunto, la carica di principale rappresentante del Pd all’interno della civica assise. ” Noi, al contrario – dicono Massari e Barrera – pensiamo il PD come un partito aperto, con una forma plurale e nello stesso tempo con una meccanica , cioè un modo di agire, fortemente unitaria. Siamo convinti che la caratteristica principale del Partito Democratico, è quella di considerare le diversità come ricchezza e il dialogo come essenza della vita del partito e come strumento per elaborare politiche migliori.
La designazione del capogruppo consiliare, da una parte, è un’occasione persa dalla segreteria per far crescere il partito, dall’altra offre l’occasione a parti importanti del partito , di aprire una nuova fase nel Partito Democratico ragusano.
Questa fase si innesta nel più ampio contesto nazionale in cui tra politica e società si è aperto un solco profondo ed i partiti, che della democrazia rappresentativa sono stati i custodi, si mostrano oggi non solo poco credibili, ma inadeguati a dare le risposte che la gente aspetta per contrastare una crisi che impoverisce tutti, ma soprattutto i più deboli.
Decadenza della classe politica, crescita intollerabile dei costi del sistema, incompetenza ed arroganza, obbedienza agli spiriti dell’emotività anziché alle indicazioni della ragione nelle scelte politiche; affidamento alla tecnocrazia quando bisogna fare sul serio, sono i cavalli di battaglia del sentimento antipartitico.
Dopo Monti, la politica e i partiti sia a livello nazionale che a livello locale non potranno essere più uguali a prima; la cultura politica della competenza, dell’ efficienza, della sobrietà veicolata dall’attuale governo, non sarà una parentesi.
I partiti e la politica dopo Monti, avranno una possibilità di battere l’antipolitica, se sapranno far convergere qualità e rappresentatività, rigore e coesione sociale; se sapranno far valere il bene comune rispetto al bene partigiano, indicare concrete e verificabili strategie di sviluppo per le comunità che governano ;
se sapranno dare più spazio al dialogo e meno allo scontro, più rispetto concreto dei propri programmi e meno prevalenza dialettica sull’avversario.
La nuova fase che vogliamo inaugurare a Ragusa, nella libertà e nella responsabilità, si muove nell’impegno di operare nel partito e nella società perché il PD ritorni alle sue origini, riscopra e dia concretezza ai suoi valori fondanti: perché il PD ragusano torni ad essere sintesi continua tra sensibilità e culture diverse , valorizzando le diversità e le varie componenti, senza richiedere a nessuno, giuramenti di obbedienza ; un partito che indica quale è il proprio progetto di sviluppo per Ragusa e che nel dialogo e nel confronto si impegna a diventare punto di riferimento per società civile, soggetti produttivi, soggetti della cultura, per i mondi vitali ragusani, per la realtà dell’associazionismo, del volontariato e del terzo settore. Lavoreremo perché il Partito Democratico a Ragusa sappia confrontarsi con le ansie, le preoccupazioni, le paure che la modernità ha regalato alle nostre comunità e che non sono solo economiche, ma di senso e del disagio e del significato del vivere. Daremo concretezza al progetto di un partito che esca dalle quattro mura della sezione ed entri nella vita della nostra città, perchè la nostra città sia una comunità accogliente ed il partito una casa aperta a tutti”.

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