RAGUSA: MOTORADUNO MONTI IBLEI. I MOTOTURISTI “CACCIATI” DAL DUOMO DI SAN GIORGIO PERCHE’ RIMASTI AD AMMIRARE IL MONUMENTO CINQUE MINUTI DOPO L’ORARIO DI CHIUSURA. “ASSURDO”

“Protesteremo a gran voce perché una scenata così non la meritavamo. Molti mototuristi che hanno partecipato al nostro motoraduno ci sono rimasti male e certamente non conserveranno un buon ricordo della breve visita al Duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla”. Sono le dichiarazioni amareggiate di Franco Bucchieri, presidente del Moto Club Ragusa Touring, e organizzatore della 23esima edizione del Motoraduno Monti Iblei. Stamani il programma prevedeva una visita ai monumenti barocchi di Ibla. Tra questi anche il Duomo di San Giorgio, gioiello d’arte e monumento patrimonio dell’Umanità. “A causa dei tempi imprevedibili di iniziative di questo tipo – spiega stizzito Bucchieri – i mototuristi sono arrivati a Ibla soltanto dopo mezzogiorno. Il tempo di parcheggiare e, alle 12,20 circa, siamo arrivati all’ingresso del Duomo di San Giorgio, assistiti da una volontaria della Pro Loco di Ragusa. Siamo entrati per una brevissima visita, sapendo che avremmo avuto a disposizione 8 o 10 minuti in quanto la chiesa chiude alle 12,30. Ebbene, non siamo stati accolti nel miglior dei modi. Una signora, messa li per assistere i turisti e per vigilare all’interno della chiesa, non ha fatto altro che mugugnare in continuazione, fino ad esplodere, in una vera e propria scenata, solo perché, alle 12,35, non avevamo ancora lasciato la chiesa. E nonostante avessimo assicurato che stavamo andando via, ha più volte ribadito che lei non é pagata per prestare servizio anche in quei cinque minuti e che doveva andar via per cucinare la pasta. Queste sue testuali dichiarazioni, con tanto di toni accesi, ci hanno spinto ad abbandonare subito il duomo. Erano le 12,36 e i nostri ospiti provenienti da fuori Sicilia, soprattutto quelli provenienti dal Nord Italia, sono rimasti scioccati per le maniere. Se questo é il turismo che pensiamo di portare avanti, allora faccio i complimenti a chi di dovere. E pensare che c’é una convenzione che permette, dietro l’erogazione di un contributo pubblico, l’estensione dell’orario di apertura delle chiese. Se per appena cinque minuti di ritardo si viene praticamente cacciati, credo proprio che qualcosa debba essere rivista”.

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