Il Vescovo della Diocesi di Noto chiede il mantenimento del Tribunale di Modica

Il vescovo della Diocesi di Noto, Antonio Staglianò, si fa parte interessata nella vicenda della riorganizzazione sul territorio degli uffici giudiziari e scrive al Presidente del Tribunale di Modica, al Procuratore della Repubblica, al sindaco e al presidente del consiglio comunale di Modica oltre al Comitato anti soppressione del Tribunale di Modica per manifestare le giustificate preoccupazioni per la ricaduta che la soppressione del Tribunale, l’unico della Diocesi, ma anche dalla sezione staccata di Avola, avrebbero qualora giungessero alla loro attuazione. “Non posso non associarmi al diffuso malcontento – dice Monsignor Staglianò – che in molte occasioni ho potuto cogliere con grande sofferenza dei cittadini. Le serie difficoltà socio-economiche che il nostro Paese sta attraversando c’inducono a condividere  principi che sono alla base della prevista legge delega ed è proprio per questo motivo che trova concretezza la soluzione prospettata dagli addetti ai lavori”. Il vescovo si riferisce all’allargamento della circoscrizione del Tribunale di Modica. Staglianò non manca di evidenziare l’importanza che riveste il Tribunale nel territorio che non è limitata all’amministrazione della giustizia “stricto sensu” ma al servizio sociale che esso assicura per la vita democratica di una determinata circoscrizione. “Stupisce – aggiunge il capo della Diocesi netina – come possa essere mortificata l’opera giudiziaria e sociale, con evidenti e pesanti ricadute anche economiche, del Tribunale di Modica che, tra l’altro, a differenza di molti altri tribunali che rimarranno in attività, opera in una struttura nuova e soprattutto proprietà del Ministero della Giustizia. Volentieri mi associo all’impegno di quanti civilmente stanno dimostrando per offrire motivazioni fondate ed inconfutabili affinchè l’amministrazione della giustizia, nel rispetto delle leggi dello Stato e per il bene dei cittadini, che diversamente si sentirebbero privati di un loro diritto, possa continuare ad essere garantita anche nel nostro territorio, di convivenza sociale pacifica”.

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