L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. LA RIVOLUZIONE CULTURALE DEL MOVIMENTO DEI FORCONI

Il cosiddetto movimento dei forconi è ritornato a farsi sentire e non vuole mollare. Ha occupato le stanze delle Istituzioni. Mi dispiace aver letto sul nostro quotidiano on line parole di disprezzo verso questi cittadini che vivono sulla loro pelle problemi legati al loro impegno professionale. E’ vero, ci hanno creato dei disagi, ma trovo ingiusto che pur di delegittimarli si sia fatto ricorso a insinuazioni di tutti i tipi: infiltrazioni mafiose, contiguità con la politica, creazione di un partito. Io credo si tratti di un “movimento di popolo” che va rispettato, e che debba continuare a lottare nella trasparenza, nella legalità, nel rispetto delle regole democratiche per avere risposte dal Governo. Il ferro va battuto quando è caldo, diversamente diventa impossibile piegarlo agli scopi prefissati. Il movimento dei Forconi non è l’azione solitaria di qualche categoria, ma la lotta che parte dal basso del popolo siciliano che vuole difendersi con le proprie mani, senza raccomandarsi a partiti e politici; è un movimento che vuole puntare sulle proprie forze e che rimette in moto la poca attenzione alla questione meridionale aggravatasi, ulteriormente, in questa fase di crisi economica internazionale. In particolare, la Sicilia è stata penalizzata fortemente: ingenti risorse, destinate alla costruzione del Ponte di Messina,al potenziamento  di autostrade, porti, aeroporti, ferrovie, sono stati distratti per altre destinazioni, e tanti altri finanziamenti sono in procinto di essere trasferiti ad altre esigenze di bilancio pubblico nazionale. Ogni volta che si fanno proteste è forse fisiologico che ci siano delle sbavature o che qualcuno esca fuori dal seminato, ma se tutto ciò si evita e si fa rientrare qualora accada, se si mantiene la calma, si discute, si protesta con pazienza e si dialoga con determinazione con le Istituzioni per quanto manchevoli siano, qualcosa potrà cambiare. Il movimento dei forconi ha avviato una “rivoluzione culturale”: il popolo siciliano non vuole né assistenza né favori, vuole ciò che gli spetta per diritto costituzionale e che, purtroppo, la politica gli ha sempre negato in cambio di un piatto di lenticchie.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa