Soppressione del Tribunale di Modica. Scarso: “Pronti a lottare per il salvataggio”

Non si vuole rimanere immobili sulla paventata soppressione del Tribunale di Modica. Il presidente del consiglio comunale, Carmelo Scarso, e tra coloro che si stanno battendo per arrivare ad una soluzione che “salvi” la struttura giudiziaria. La conferenza dei capigruppo consiliari di venerdì pomeriggio, allargata agli organismi che rappresentato l’avvocatura penale e civile, al Cast e al Comitato Via Loreto, è la conferma che si sta lavorando per fornire motivi validi alla Commissione Ministeriale per salvare il Tribunale di Largo Beniamino Scucces. “Sappiamo – dice Scarso – che si è già provveduto alla soppressione delle sezioni staccate dei tribunali, notizia che non è stata divulgata. Ora toccherà ai cosiddetti tribunali minori. Noi non ci rassegneremo. Non è possibile cancellare, per ragioni economiche una struttura, come quella di Modica, ricca di storia”. Scarso, poi, si esprime sull’intervento del Governatore Raffaele Lombardo attraverso la lettere inviata al Ministro della Giustizia, Paola Severino. “Apprendo e apprezzo con grande soddisfazione – dice – la presa di posizione del presidente sull’amministrazione giudiziaria che è una questione molto delicata, e su una metodica di carattere nazionale”. Filippo Pasqualetto, dirigente degli uffici giudiziari, insieme a Salvatore Rando, del Comitato Via Loreto, guida il Cast, Comitato Anti Soppressione del Tribunale. “E’ giunta l’ora per le proposte – dice – poiché concretamente non abbiamo nulla in mano, perchè nessuno ha fatto nulla. Mancano i deliberati dei consigli comunali che dovrebbero accorparsi alla Circoscrizione di Modica. Bisogna cercare di capitalizzare quello che abbiamo”. Sul fronte degli avvocati, massiccia è stata la presenza sia tra i civilisti che i penalisti. “Lotteremo per il mantenimento del Tribunale a Modica – dice l’avvocato Fabio Borrometi, del Consiglio dell’Ordine Forense -. L’eventuale soppressione sarebbe un danno notevole per tutti e non solo per chi lavora o ha rapporti con il Palazzo della Giustizia”.

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